Riuscire a costruire arte
La follia nella sua matrice originaria è un grande insieme di sesso e di violenza. È una affermazione profondamente vera anche se può sembrare generica.
In ogni disagio grave c’è stata una violenza subita, c’è stata una violenza percepita, ci sono state delle esperienze traumatiche che alle volte possono essere definite oggettivamente tali e altre volte no, ma rimangono traumatiche per l’individuo che le ha vissute. Il trauma è un fatto soggettivo e la nostra psiche è il prodotto dinamico di una percezione e di un’esperienza soggettiva. Le persone che soffrono di disturbi mentali impegnativi, mi riferisco alle patologie psicotiche, hanno impresso nel loro corpo psichico una serie di traumi che si sono accumulati e stratificati fino a manifestarsi in una situazione esplosiva, non più contenuta. Succede che queste persone comincino a delirare, a costruire deliri più o meno organizzati, a ritirarsi in se stessi da se stessi. Sono ritiri che per quanto possano essere deliranti, emarginativi, cercano di mantenere un senso, il desiderio di un senso che è stato falcidiato nella storia della loro esistenza. Il ritiro psicotico è un ritiro di difesa dal mondo sociale, pubblico, anche privato, familiare, che è il luogo privilegiato del senso umano riguardo al quale ciascuno di noi deve confrontarsi.