Io sono tutto il contrario: arrendevole, lenta, incapace noiosa vulnerabile...
--Tiziana--
Salve, sn una studentessa universitaria di storia dell'arte, di 21 anni e da 3 vivo a Roma. A mantenermi sono i miei, genitori che fanno il loro dovere, persone precise diligenti intelligenti capaci oneste, tutto quello che io non sono, se si esclude l'onestà. Si sono sposati poco prima dei trent'anni perchè si amavano e hanno costruito la nostra famiglia: mio fratello, dopo due anni sono arrivata io, e ancora due anni dopo mia sorella. Anche nei confronti dei miei fratelli la differenza è tanta: loro sono combattivi svegli capaci, riescono in tutto quello che vogliono. Io sono tutto il contrario: arrendevole, lenta, incapace noiosa vulnerabile...e questa differenza la provo quasi ogni volta che mi trovo con altre persone, anche se ci sono periodi in cui questo senso di inferiorità mi abbandona(anche se mai del tutto) ma poi sempre si ripresenta. E ultimamente con più vigore. Nn sono soddisfatta di me, nn lo ero quando facevo il liceo, (nn studiavo moltissimo ma me la cavavo),non lo sono adesso che vado all'università. Prima di iscrivermi ero indecisa fra cinema, che mi piaceva di più, e storia dell'arte che pure mi piaceva ma nn quanto la prima opzione, ma alla fine ho fatto la mia scelta seguendo i consigli dei miei genitori e di mio fratello che vedono in questa strada un settore seppur incerto più fruttuoso per il mio futuro.Ma nessuno mi ha costretto a scegliere ciò che ho scelto. Il punto della questione è che adesso vorrei lasciare tutto e andarmene, preferibilmente all’estero, mantermi da sola, scapparte, alla ricerca di quello che sono. Ma nn ho il coraggio: ho paura che possa non funzionare, ho paura di fallire. Dovrei ritornare da mio padre, da mio padre che anche se nn parla tanto già lo so cosa pensa di me…e sono tutti pensieri negativi, ache se mi ama mi vede incapace quale io sono, anche se mi incita a lottare un attimo dopo mi critica. A completare il quadro aggiungo la mia incapacità di amare: dopo l’infanzia non più provato sentimenti forti, non piango ai funerali, non ho mai amato un ragazzo, nn ho mai perso la testa. Piango quando mi sento sola inutile un peso morto. Negli ultimi due mesi faccio fatica a alzarmi la mattina, dormo tantissimo e dormirei tutto il giorno Cosa devo fare? Grazie per l’attenzione dedicatami Tiziana
>Cara Tiziana,
in quello che hai scritto dici molte cose e sottolinei in più punti il tuo sentimento di inadeguatezza e inferiorità rispetto alle altre persone o rispetto a componenti della tua famiglia.
Il tuo confronto con gli altri si esprime in una forte critica negativa verso te stessa, annessa probabilmente a una qualche idealizzazione di alcuni di loro. Ci sono diversi punti che avresti bisogno di approfondire, da quelli che chiami “pensieri negativi” di tuo padre nei tuoi confronti a quella che descrivi come un’incapacità di amare. Come tu dici ci sono periodi in cui quel senso di inferiorità ti abbandona (anche solo per poco). Dovresti riflettere su cosa fa sì che ciò possa accadere, in modo da ricercarlo per vivere meglio. Il fatto stesso che quei momenti più positivi accadano ti dice innanzitutto che stare meglio è possibile. Non è facile affrontare le proprie emozioni più autentiche, i propri desideri, o il capire cosa ci impedisce di farlo. Ma un passo alla volta potrai sicuramente fare luce sui problemi di cui parli. Parlane con qualcuno, o rivolgiti a chi ha gli strumenti e le competenze per capire quello che dici e che ti può aiutare. Sicuramente un colloquio con uno psicoterapeuta può aiutarti in questa direzione. Noi siamo a Milano e non a Roma e quindi dipende dal tuo desiderio venire a trovarci di persona.
Saluti,
Dott. Giovanni Castaldi