Per me c'è il gelo dentro..il pensiero di cambiare psicologo mi terrorizza
--Alessandro--
salve...sono appena tornato dalla seduta di psicoterapia..dopo la fine della seconda storia importante con la mia ex mi ritrovo in un baratro.
i sintomi e le difficoltà sempre gli stessi...
vado dal mio psiocologo 10 anni e oggi come dieci anni fa grosso modo vive le medesime difficoltà.
in un particolare perdiodo a cavallo tra le due storie ho vissuto un periodo del percorso psicoanalitico faticoso e positivo per poi pian paino ripiombare nella depressione.
sono 4 mesi che la storia è terminata ed esco dalla seduta quasi in panico..
possibile che per quanto possa esporre i miei problemi la risposta è "questa rabbia è ancora elevata..la rabbia è una brutta bestia"..e poi silenzio..se non parlo io non c è nessun segnale...e quando dico che ho bisognio di essere rincuorato..silenzio...
inizio a pensare che il mio sia un male incurabile e che sono in una situazione pericolosa...
per me c è il gelo dentro..il pensiero di cambiare psicologo mi terrorizza perchè è sempre stato il mio punto di riferimento e perchè davanti al fatto che tutte le mie ex che dicevano di cambiarlo mi ritroverei a far fronte con il senso di colpa "avevano ragione è finita per colpa mia"...
help.
>Gentile Alessandro,
se sta portando avanti un percorso di terapia da dieci anni con la stessa persona, ciò può significare che avrà pur tratto qualcosa di positivo da questo rapporto. Tuttavia, se effettivamente il suo terapeuta risulta per lei un po’ troppo “taciturno”, le consiglio di confrontarsi su questo argomento innanzitutto con lui (probabilmente l’avrà già fatto) e se infine ritiene che non sia il tipo di relazione terapeutica adatta a lei provi a cambiare specialista. Soprattutto non si faccia troppi problemi di “dare ragione alle sue ex” nel caso dovesse prendere una decisione di questo tipo. L’importante è che lei trovi la soluzione più adatta per attraversare i suoi problemi. Tenga anche presente che il suo terapeuta non è lì per “rincuorarla”, per cui rifletta anche su quale sia la sua domanda (di lei, Alessandro) nei confronti del suo terapeuta: è una domanda di cura, o di “conforto”? Cordiali saluti, ci scriva ancora se vuole,
Dott. Giovanni Castald