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Non so se l'università fa davvero per me, o se sia meglio partire in direzione estero

--Corrado--
 
Salve, io sono Corrado, ho 21 anni e scrivo dalla Sicilia. Io da diverso tempo ho un chiodo fisso in testa, e riguarda il mio futuro. Le racconto in breve la mia storia: ho fatto il liceo scientifico-tecnologico, mi sono diplomato con un buon voto, e dopo il diploma ho cercato lavoro, che ho trovato circa 10 mesi dopo, e che attualmente mantengo.

Il lavoro è nel settore edilizio, ma a me non piace: lo tengo stretto solamente a causa della crisi, però so che non fa per me, non mi sento adatto a questo lavoro, e in 2 anni non ho imparato granchè.
Ho scelto quella scuola quasi per consiglio, non sono mai stato un decisionista, anzi, ho preferito sempre che gli altri scegliessero per me. Durante i vari anni, pur andando bene, volevo sempre abbandonare la scuola perchè mi annoiava e io volevo rendermi indipendente dalla mia famiglia. Ma puntualmente questa mi faceva tornare in me, consentendomi di terminare i miei studi. Durante gli ultimi mesi di scuola, prima dell'esame di Stato, avvertivo una certa nostalgia per dover abbandonare la scuola, e anche un pò di malessere dovuto al fatto che, mentre i miei amici parlavano del loro futuro e di andare all'università, io non ne parlavo, perchè sapevo che non potevo andarci. Allo stesso tempo però volevo cercare lavoro, e così ho fatto, passando quasi un anno da inoccupato.

Lavorando ho capito subito che in realtà non sono tagliato per i lavori manuali, anche se qualcuno, ad esempio il falegname, o lavori a contatto con la natura (tranne l'agricoltore, mio padre lo è, e non voglio di certo seguire le sue orme) non li disdegno, perchè sono convinto che nella vita bisogna innanzitutto saper fare qualcosa di concreto, tangibile, che si può vedere e toccare, non quei tipi di lavori che si fondano su cose non concrete. Nel settembre scorso mi sono iscritto ad un corso serale del mio ex istituto d'istruzione superiore, ritirandomi però dopo 5 mesi perchè non mi soddisfaceva per niente. E così ho iniziato a pensare agli studi universitari.

La mia famiglia però non mi può mantenere neanche l'affitto a Catania (è la sede universitaria più vicina a dove vivo io), quindi ho scoperto che esistono aiuti economici per gli studenti in difficoltà economica. Ma anche in questo caso più che da me la volontà di seguire gli studi universitari è venuta da alcuni ex professori del serale e da qualche mio amico. E così ho iniziato a scegliere, trovando nelle facoltà di Ingegneria e Agraria di Catania e Palermo quelle "adatte" a me.

Però io ho sempre avuto il desiderio di andare via dal mio paesino, che non ho mai amato, per vivere in una metropoli, possibilmente all'estero. Desiderio aumentato durante i viaggi a Parigi nel 2009, e a Torino e Milano nel 2011.

Dopo aver raccontato la mia storia, Le espongo il mio dubbio: non so se l'università fa davvero per me, o se sia meglio partire in direzione estero. Però se vado all'estero mi dovrei trovare a fare un lavoro non qualificato, con tutte le conseguenze del caso. Avevo intenzione di aspettare almeno la laurea triennale, ma significherebbe come minimo aspettare altri 3-4 anni, e io non so se riuscirò ad aspettare così tanto. I posti dove andare li so già (Francia, Nuova Zelanda, Estremo Oriente, Canada, uno tra i Paesi dei BRICS, e mi sono accorto che amo stare all'aria aperta, a contatto con la natura. In tal senso ho scelto, tra i vari corsi universitari, un corso di laurea in "Progettazione, pianificazione e gestione del territorio e dell'ambiente". Sia in Ingegneria che in Agraria sono richieste notevoli conoscenze in fisica, matematica, chimica, biologia, materie che, al liceo, non mi vedevano brillare, ma che adesso un pò mi attraggono.

In definitiva, ho bisogno di una scelta che venga da dentro di me, e che non sia invece suggerita dagli altri, perchè so che sono facilmente influenzabile da tutto e da tutti, e non vorrei ritrovarmi a fare qualcosa che non mi va, perchè ne soffrirei molto, come ora.

La ringrazio per aver prestato attenzione al mio racconto. Spero di avere una risposta. Arrivederci


 

>Gentile Corrado,
fa benissimo a pensare al suo futuro. Lei è molto giovane ed è normalissimo che si conceda dubbi anche iperbolici, anzi ciò è segno di intelligenza e di voglia di costruire. Purtroppo la situazione economica dell’Italia costituisce un freno maggiore che in altri periodi storici, ma la forza motrice principale rimane sempre il desiderio dell’uomo. Scoprire cosa si vuole fare della propria vita è un percorso a volte difficile e pieno di ostacoli e non è detto che la sua prima scelta sarà quella definitiva. Fa parte del gioco. Cerchi di non farsi influenzare troppo dagli altri, anche se è sempre giusto ascoltare e valutare i consigli della famiglia e di chi le sta vicino. Se ci sono altri paesi che le offrono la possibilità di crescere e di svincolarsi dai limiti economici provi a seguire quella strada. Può fare un tentativo e al massimo potrà ritornare sui suoi passi, ma sicuramente con qualcosa in più. La campagna è molto bella, così come tanti aspetti della vita agricola, ma giustamente è buona cosa conoscere anche le città, luoghi dove tantissime persone dagli interessi eterogenei sono spazialmente più vicine e dove dunque c’è più possibilità di incontrare individui e progetti affini a quelli che sono o saranno i suoi desideri.
Ha tutta la vita davanti, tempo per scegliere e, perché no, permettersi anche di sbagliare.
Ci scriva ancora se vuole, cordiali saluti,

Dott. Giovanni Castaldi

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