--Calypse--
Buongiorno,
ho un grosso problema che sta condizionando fortemente la mia vita: vivo costantemente nel terrore delle malattie e della morte. E' un pensiero fisso, non mi abbandona mai. Ho il terrore che io o persone a me care possano ammalarsi di qualcosa di grave e morire. Se ho mal di testa, penso ad un tumore al cervello. Se ho debolezza agli arti o fascicolazioni, penso alla SLA. Se i miei genitori non stanno troppo bene, li ossessiono affinchè facciano visite specialistiche. Ho provato un pò di tempo fa ad affrontare il problema andando da una psichiatra che mi diede xanas e fluvoxamina diagnosticando un disturbo ossessivo, ma non ha avuto i risultati sperati.A parte gli effetti collaterali dati dal farmaco (forte sudorazione che mi creava disagio),l'ansia a periodi diventava nuovamente incontrollabile. Mi rendo conto di non poter andare avanti così,temo la morte ma in realtà io non vivo e la aspetto ogni giorno. E non faccio vivere neanche chi sta vicino a me. Quando sono ansiosa divento aggressiva soprattutto con le persone a cui tengo di più (la mia famiglia, il mio fidanzato)ed è una cosa che odio. Ma non riesco a controllarmi.
Premetto che non sono stata sempre così: quando avevo 21 anni (ora 33) mia madre ha avuto un tumore al seno. Da allora quelle che erano ansie "controllabili" sono diventate ossessioni vere e proprie che mi accompagnano giorno e notte.
Non hanno mai condizionato la mia vita nel senso che riesco a lavorare, ad uscire, ad avere relazioni sociali, ma il mio tono dell'umore è sempre basso. Al punto che non riesco a godermi le cose pur belle che mi stanno accadendo (tra 4 mesi mi sposo).
Cosa posso fare?
Vi ringrazio sin da ora.
>Gentile Calypse,
i farmaci possono aiutare ad inibire il sintomo e a creare una condizione fisiologica favorevole all’elaborazione soggettiva, ma difficilmente possono essere l’unica soluzione terapeutica. In questi anni ha mai provato ad associare un intervento psicoterapeutico alle cure farmacologiche?
Siccome anche lei stessa riconosce che lo spiacevole evento accaduto a sua madre ha segnato in qualche modo l’insorgere delle sue angosce e delle sue ossessioni è abbastanza evidente la presenza di una dinamica psichica che l’ha portata a sviluppare determinate fantasie di tipo ipocondriaco, sia in riferimento a se stessa sia proiettate sulle persone a cui vuole bene. È necessario che lei comprenda quale “bisogno” la spinge a generare queste idee spiacevoli, che con sfaccettature diverse finiscono probabilmente per ripetere lo stesso trauma impedendole di trovare lo spazio per attraversarlo e per potersi dedicare pienamente alla sua vita nel presente.
Ci contatti pure se vuole prendere un appuntamento. Cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Corrado--
Salve, io sono Corrado, ho 21 anni e scrivo dalla Sicilia. Io da diverso tempo ho un chiodo fisso in testa, e riguarda il mio futuro. Le racconto in breve la mia storia: ho fatto il liceo scientifico-tecnologico, mi sono diplomato con un buon voto, e dopo il diploma ho cercato lavoro, che ho trovato circa 10 mesi dopo, e che attualmente mantengo.
Il lavoro è nel settore edilizio, ma a me non piace: lo tengo stretto solamente a causa della crisi, però so che non fa per me, non mi sento adatto a questo lavoro, e in 2 anni non ho imparato granchè.
Ho scelto quella scuola quasi per consiglio, non sono mai stato un decisionista, anzi, ho preferito sempre che gli altri scegliessero per me. Durante i vari anni, pur andando bene, volevo sempre abbandonare la scuola perchè mi annoiava e io volevo rendermi indipendente dalla mia famiglia. Ma puntualmente questa mi faceva tornare in me, consentendomi di terminare i miei studi. Durante gli ultimi mesi di scuola, prima dell'esame di Stato, avvertivo una certa nostalgia per dover abbandonare la scuola, e anche un pò di malessere dovuto al fatto che, mentre i miei amici parlavano del loro futuro e di andare all'università, io non ne parlavo, perchè sapevo che non potevo andarci. Allo stesso tempo però volevo cercare lavoro, e così ho fatto, passando quasi un anno da inoccupato.
Lavorando ho capito subito che in realtà non sono tagliato per i lavori manuali, anche se qualcuno, ad esempio il falegname, o lavori a contatto con la natura (tranne l'agricoltore, mio padre lo è, e non voglio di certo seguire le sue orme) non li disdegno, perchè sono convinto che nella vita bisogna innanzitutto saper fare qualcosa di concreto, tangibile, che si può vedere e toccare, non quei tipi di lavori che si fondano su cose non concrete. Nel settembre scorso mi sono iscritto ad un corso serale del mio ex istituto d'istruzione superiore, ritirandomi però dopo 5 mesi perchè non mi soddisfaceva per niente. E così ho iniziato a pensare agli studi universitari.
La mia famiglia però non mi può mantenere neanche l'affitto a Catania (è la sede universitaria più vicina a dove vivo io), quindi ho scoperto che esistono aiuti economici per gli studenti in difficoltà economica. Ma anche in questo caso più che da me la volontà di seguire gli studi universitari è venuta da alcuni ex professori del serale e da qualche mio amico. E così ho iniziato a scegliere, trovando nelle facoltà di Ingegneria e Agraria di Catania e Palermo quelle "adatte" a me.
Però io ho sempre avuto il desiderio di andare via dal mio paesino, che non ho mai amato, per vivere in una metropoli, possibilmente all'estero. Desiderio aumentato durante i viaggi a Parigi nel 2009, e a Torino e Milano nel 2011.
Dopo aver raccontato la mia storia, Le espongo il mio dubbio: non so se l'università fa davvero per me, o se sia meglio partire in direzione estero. Però se vado all'estero mi dovrei trovare a fare un lavoro non qualificato, con tutte le conseguenze del caso. Avevo intenzione di aspettare almeno la laurea triennale, ma significherebbe come minimo aspettare altri 3-4 anni, e io non so se riuscirò ad aspettare così tanto. I posti dove andare li so già (Francia, Nuova Zelanda, Estremo Oriente, Canada, uno tra i Paesi dei BRICS, e mi sono accorto che amo stare all'aria aperta, a contatto con la natura. In tal senso ho scelto, tra i vari corsi universitari, un corso di laurea in "Progettazione, pianificazione e gestione del territorio e dell'ambiente". Sia in Ingegneria che in Agraria sono richieste notevoli conoscenze in fisica, matematica, chimica, biologia, materie che, al liceo, non mi vedevano brillare, ma che adesso un pò mi attraggono.
In definitiva, ho bisogno di una scelta che venga da dentro di me, e che non sia invece suggerita dagli altri, perchè so che sono facilmente influenzabile da tutto e da tutti, e non vorrei ritrovarmi a fare qualcosa che non mi va, perchè ne soffrirei molto, come ora.
La ringrazio per aver prestato attenzione al mio racconto. Spero di avere una risposta. Arrivederci
>Gentile Corrado,
fa benissimo a pensare al suo futuro. Lei è molto giovane ed è normalissimo che si conceda dubbi anche iperbolici, anzi ciò è segno di intelligenza e di voglia di costruire. Purtroppo la situazione economica dell’Italia costituisce un freno maggiore che in altri periodi storici, ma la forza motrice principale rimane sempre il desiderio dell’uomo. Scoprire cosa si vuole fare della propria vita è un percorso a volte difficile e pieno di ostacoli e non è detto che la sua prima scelta sarà quella definitiva. Fa parte del gioco. Cerchi di non farsi influenzare troppo dagli altri, anche se è sempre giusto ascoltare e valutare i consigli della famiglia e di chi le sta vicino. Se ci sono altri paesi che le offrono la possibilità di crescere e di svincolarsi dai limiti economici provi a seguire quella strada. Può fare un tentativo e al massimo potrà ritornare sui suoi passi, ma sicuramente con qualcosa in più. La campagna è molto bella, così come tanti aspetti della vita agricola, ma giustamente è buona cosa conoscere anche le città, luoghi dove tantissime persone dagli interessi eterogenei sono spazialmente più vicine e dove dunque c’è più possibilità di incontrare individui e progetti affini a quelli che sono o saranno i suoi desideri.
Ha tutta la vita davanti, tempo per scegliere e, perché no, permettersi anche di sbagliare.
Ci scriva ancora se vuole, cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--francesca78--
Buongiorno,
mio fratello ha 31 anni e ormai è affetto da bipolarismo da molti anni, purtroppo ha conosciuto una ragazza anche lei bipolare che si è suicidata una settimana fa. Questo ha distrutto emotivamente mio fratello riempiedolo di sensi di colpa, rabbia, tristezza e tutte le mille fasi della sua malattia. La nostra famiglia (tra l'altro composta da mia amdre e me) non ce la fa veramente più a sopportare tutto questo. Io chiedo, in una situazone del genere quali sono le frasi più giuste da dire per consolarlo dell'accaduto? e poi esistono strutture che lo possano accogliere per allontanarlo un periodo da casa?
Grazie
Fra
>Gentile Francesca,
ciò che è accaduto a suo fratello sarebbe molto difficile da sopportare anche per una persona che non fosse già segnata dal malessere. Non conoscendo il caso specifico, non posso suggerirle “parole” adatte alla situazione. Rischierei di poter involontariamente peggiorare la situazione. Il consiglio che vi posso dare è quello di rendervi sempre presenti, di non lasciarlo assolutamente solo. Parallelamente sarebbe utile cercare una comunità terapeutica in grado di accoglierlo, anche solo temporaneamente, per permettergli di allontanarsi dai suoi soliti ambienti (e dai “fantasmi” che contengono) e per tenerlo parzialmente impegnato in qualche attività. Ci sono diversi tipi di comunità e in molti casi il soggetto non è tenuto “chiuso” fra le loro mura ma può entrare ed uscire come qualsiasi persona libera, perché di fatto lo è, ma possono costituire un luogo “protetto” nel quale il suo dolore può essere accolto con un’attenzione diversa e con supporti psico-farmacologi adeguati al periodo estremamente difficile che egli sta attraversando.
Il nostro Centro è a Milano e mi pare che voi siate di un’altra zona, per cui vi consiglio di rivolgervi ad uno dei servizi pubblici offerti dalla vostra Città, come un consultorio, nei quali chiedere innanzitutto informazioni in merito alle comunità o alle strutture terapeutiche presenti nel vostro territorio.
Sicuramente tale situazione non è facile da sostenere anche da parte vostra, se può esservi d’aiuto vi invito a telefonare ad uno dei numeri del nostro Centro in modo da poter avere un primo supporto e poter dialogare direttamente.
Cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--mex78--
Salve,
scrivo per raccontarvi una situazione molto difficile che sto vivendo!
Sono un ragazzo di 33 anni e sono fidanzato da 3 anni e mezzo con un ragazza.
Sono molto legato a lei,faccio tante cose per lei, parliamo di convivenza prossima e del futuro. Sono entusiasto quando sono insieme a lei, abbiamo molte cose in comune tra sport divertimenti e passioni..
Vengo al dunque, prima di conoscerla frequentavo qualche chat..(mai fatti incontri) e continuo ancora a frequentarla qualche volta al mese a spot..
Mi sono fatto prendere la mano da internet e mi sono iscritto e disiscritto a parecchie chat e siti di incontri,sex..chattando..scrivendo messaggi per conoscere altre donne utilizzando linguaggi non appropriati per un ragazzo impegnato...chiedendo incontri e parlando di sex..
Alla realtà dei fatti non ho mai fatto un incontro, dando anche buca e mai ho tradito la mia ragazza.
Ultimamente la mia ragazza ha scoperto tutto questo, giustamente dice che ho tradito la sua fiducia , base del nostro rapporto sin dall'inizio e l'ho persa.
Sto cercando di recuperare spiegando, parlando e capendo insieme quale possa essere stato il motivo del mio comportamento...
Lei giustamente si chiede come può una persona così affabile e affettuosa(io, il suo ragazzo) possa fare una cosa simile??
Lei è molto innamorata di me, ed io a volte mi sento il perno della sua vita e mi piace condividerlo con lei...
Comunque ogni tanto qualche pensiero che la tradissi lo aveva, nonostante sia sicura dell'affetto che provo per lei!
Sono stimato e punto di riferimento degli amici, viaggio i miei genitori mi stanno vicino, professionalmente realizzatoe stimato..ma cosa mi manca? Amo la donna che ho accanto..cosa mi manca ancora??Lei è distrutta...posso recuperare??
Grazie anticipatamente della risposta
>Gentile mex78,
giustamente si chiede cosa le manca, ed è una buona domanda.
Le ragioni del suo comportamento possono essere molteplici e bisognerebbe conoscersi per poter abbozzare una risposta. A volte il desiderio di “trasgressione” sessuale, anche solo immaginaria, può essere motivato dalla ricerca di emozioni non per forza riconducibili alla sessualità in senso stretto e tantomeno alla relazione fra lei e la sua compagna. È possibile che lei non sia soddisfatto da quello che fa e che abbia cercato una compensazione in qualcosa di emozionante e “personale”. Un qualcosa solo per lei, “luoghi” in cui sperimentare ipotesi di godimento.
Non è da escludere che la sua ragazza potrebbe “capire” le ragioni di queste sue scorribande su internet, nel senso di capire la sua ricerca di un qualcosa che non per forza manca nella persona della sua ragazza; ma giustamente è anche condivisibile il senso di tradimento da lei percepito.
Dal punto di vista psicologico, la invito a continuare nella riflessione in merito all’oggetto della sua ricerca. Cosa cercava in questi incontri (da quanto ho capito mai avvenuti)?
Dei colloqui psicologici potrebbero agevolarla nella comprensione dei suoi comportamenti e del desiderio che ne è alla base. Ci contatti pure se vuole, i nostri numeri di telefono sono visibili in questo sito.
Cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--peppe--
ciao salve dottore mi chiamo giuseppe ho 24 anni prima di giugno scorso mi reputavo un ragazzo molto inteligente,furbo,ambizioso,ecc ecc un ragazzo normale anche se mi reputavo un gradino piu agl altri perche alla mia eta ho fatto molte esperienze e sono cresciuto molto in fretta. da giugno mi sono comparse tantissime paure :paura di morire,paura di esistere ,paura di fare del male ,paura di non volere bene paura di uccidermi paura di parlare con persone paura di impazzire , non so piu mangiare con tranquillita quando mi siedo a tav olo mangio sempre con un nodo in gola su ogni parola che dico ce un pensiero nn sono piu disinvolto nn riesco a vedermi dallo specchio sono nella totale confusione ho sempre tremori al corpo senso di nausea senso di vomito irrigidimeno del collo sensazione di svenimento, giramenti di testa sbandamenti cerco sempre di controllarmi in oltre nn riesco piu a definire la realta cm facevo prima ecc ecc. nonostante tutto questo ho cercato di limitarmi meno possibile faccio tutto nella giornata ma sempre con quella paura , ormai l ansia mi accompagna 24 ore addirittura anche nei sogni ce questa paura di perdere il controllo infatti controllo il mio battito controllo il respiro ho paura che nel rilassarmi la notte nell letto muoio.la mia primi crisi di panico lo avuta circa 2 anni fa dopo aver fumato una canna facevo cose da pazzi mi davo schiaffi mi sembravo un pazzo e per 2 3 giorni dopo nn capivo nulla poi sono stato bene 1 anno e adesso sembra come quel giorno . di fondo sono un tipo anzioso ,mia mamma soffre di depressione da 15 anni pero a tutto questo io nn so dare una spiegazione a volte nn riesco a capire perche io debba soffrire cosi tanto e mi viene voglia di farmi del male dottore mi sa dA RE UNA SPIEGAZIONE
>Gentile Giuseppe,
le consiglio di rivolgersi ad un servizio psicologico pubblico o privato per incominciare a fare un po’ di ordine fra i suoi sintomi (di tipo ansioso ed ossessivo) e superare il suo malessere. Sicuramente avere un famigliare che soffre di depressione rappresenta un peso ed una sfida molto importanti per ogni individuo e la cosa potrebbe averla segnata emotivamente. Ritengo importante che lei si rivolga a qualcuno in grado di supportarla in questo periodo difficile, di modo che poco a poco i sintomi si attenuino lasciando spazio a forme di comprensione del suo malessere. Sarebbe utile capire cosa è successo (se qualcosa è successo) lo scorso giugno, dato che lei individua la comparsa delle sue paure in quel periodo. Non rimanga da solo, ma si muova nella direzione di prendersi cura di sé.
Ci contatti pure se vuole, o continui a scriverci con maggiori dettagli.
Inoltre può anche utilizzare il nostro Forum per cercare un dialogo e un supporto da altri utenti di questo sito, se può esserle d’aiuto.
Cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Marina--
E' difficile da spiegare ma cercherò di essere il più breve possibile. Da sempre soffro di insicurezza che si manifesta specialmente nelle relazioni umane, tuttavia, ultimamente, il fenomeno sembra aver preso il sopravvento anche in altre circostanze, creandomi delle vere e proprie situazioni di forte malessere e disperazione tanto che sono la prima a non saperle spiegare. Sono facilmente influenzabile e quindi basta un niente di negativo nel corso della giornata a gettarmi addosso un umore insostenibile, peggiorato dall'accumulo di pensieri il più delle volte inutili e fugaci. Le sensazioni predominanti sono : mancata voglia di fare qualsiasi cosa, anche le cose più gradite, insoddisfazione totale e generale, timore di non realizzarsi, paura delle relazioni umane e conseguente diffidenza nei confronti della gente dovuta alla convinzione che nessuno vuol il bene altrui, mancata voglia di prendere in mano la situazione e trovare dei rimedi, difficoltà nel prendere una decisione con frequenti cambi di parere nel giro di pochi minuti, sensazione opprimente di prigionia, timore di rimanere o essere sola. Tutto ciò si ripercuote anche sulle persone che mi circondano perchè assumo atteggiamenti assolutamente ostili e intrattabili che peggiorano davanti alle richieste di sapere cosa non va. Ritengo siano situazioni del tutto ingiustificate e apparentemente inutili e me ne rendo conto, ma vorrei ben capire da cosa sono dovute e perchè si verificano. E' come se io contribuissi involontariamente al mio malessere perchè tutto parte da una sciocchezza che trasformo in un qualcosa che mi crea un reale disagio permanente.
>Gentile Marina,
nel suo testo chiama in causa diversi aspetti, la paura, il desiderio, l’insoddisfazione, l’indecisione, il bene (e il male), che sono dei significanti molto importanti e sui quali varrebbe la pena approfondire la sua posizione a riguardo. Non penso che i suoi atteggiamenti siano “ingiustificati”, siccome molto probabilmente rispondono a una sua agitazione interiore che per ora non trova altre forme di articolazione e che spesso la scuote in risposta ad alcuni stimoli anche di lieve entità (“basta un niente…”).
È positivo che lei voglia “capire” il perché di questi fenomeni ed il mio consiglio è di parlarne con uno/a psicoterapeuta al fine di superare questa sua condizione di disagio.
Ci contatti pure se vuole prendere un appuntamento. Cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Angelo--
salve,
sono angelo ho 23 anni! ho un grosso problema con il mio aspetto esteriore.
non mi piaccio, mi vedo un ragazzo come tanti e questa cosa mi fa molto male!
tutti e tutte mi dicono di essere molto bello... che messo a paragone dei divi di hollywood non sfiguro anzi.... ho partecipato a diversi conoscri di bellezza tra cui mr. italia... dove non ho vinto ma ho ricevuto tantissimi complimenti, pero io a tutto cio' non ci credo!
non mi vedo affatto cosi bello e sexy... cone tutti mi dicono, e questa cosa mi crea un forte disagio ed una grande confusione.
ci sono giorni dove mi piaccio da inpazzire.... ma sono rari auesti episodi, e quando capitano sto bene mi sento invincibile e vorrei poter sempre vicere cosi!
questo problema e' iniziato all'eta' di 16 anni subito dopo il mio radicale cambiamento, prima ero molto bruttino (normale per quell'eta') e quindi discriminato da tutti, umiliato, preso in giro ed isolato.... poi arrivato appunto a 16 anni , quindi al cambiamento non mi sono piu' riusciuto ad accettare, arrivando a pasticciare foto e tentando il suicidio!
quello che volevo chiederle era come poter risolvere questo mio problema.... per poter vivere sereno e trasmettere a tutti la mia serenita' senza dovermi nascondere dietro ad una maschera......
>Gentile Angelo,
lei cosa ne pensa del suo carattere, della sua personalità, del suo aspetto “interiore”?
L’impressione è che lei abbia concentrato e riassunto le molteplici caratteristiche di una persona nell’ideale di un modello fisico irraggiungibile. Lei stesso riconosce che ci sono giorni in cui si vede bello, giorni dunque in cui cambia il suo sguardo su di lei piuttosto che il suo aspetto esteriore.
Non ho ben capito cosa intende quando parla del “radicale cambiamento” avvenuto a sedici anni. Dice che prima era “bruttino” e che poi non è più riuscito ad accettarsi. Ma cosa era cambiato?
Ci scriva ancora con maggiori dettagli o ci contatti pure se vuole prendere un appuntamento per parlarne di persona.
Cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Roberto--
Sono un ragazzo di 32 anni e sono sposato da 5.Abbiamo un figlio di 2 anni e siamo titolari di una pasticceria un pò in difficoltà a causa della crisi.
Ultimamente litighiamo molto anche per banalità,il problema che il litigio si porta sempre ad un'unico problema(il denaro).
Mi stà sempre addosso in ogni cosa che faccio(aiuto ai lavori di casa),non va bene niente;quando il piccolo la fà impazzire lei si sfoga con me;a lei non piace molto la mia attività e questo me lo fà pesare e non mi aiuta psicologicamente.
Negli ultimi 3 litigi e successa una cosa strana,ha continuato a paragonarmi ad altri 3 uomini di nostra conoscenza vantandoli di essere migliori di me;questo mi ha mandato in bestia,io non sono violento e non ho mai alzato un dito contro di lei, ma adesso ho paura di perdere il controllo e sopratutto non riesco a perdonargli quel paragone.
Non sono preoccupato per l'infedeltà ma non riesce a pesare le parole e fino ad ora sono sempre stato io a cedere per riappacificarci...In pratica deve avere sempre ragione.
Ci tengo a dire che io amo mia moglie ecco perchè chiedo aiuto.
Vi ringrazio umilmente in anticipo per l'attenzione.
>Gentile Roberto,
che tipo di aiuto chiede esattamente?
Mi sembra piuttosto normale che lei sia arrabbiato e che le possa aver dato fastidio quel paragone. Mi viene difficile consigliarle il modo giusto per approcciarsi a sua moglie, siccome le relazioni di coppia sono complesse ed è necessario conoscere bene la situazione per poter esprimere un parere che non cada nella banalità o nella retorica.
Ci scriva ancora se vuole, cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Veronica--
Buonasera volevo esporre il mio problema! sono una ragazza di 22 che vive con i genitori, sono molto affezionata alla madre e da 3 mesi a questa parte mi è iniziata una brutta ansia con domande e dubbi annessi! le domande e i dubbi riguardano il mi fidanzato con la quale sto da poco più di un anno. Domande come ad esempio "lo amo o no?", "voglio stare con lui o no?". lo abbracciavo per vedere se provo emozioni, sono arrivata al punto di immaginarmelo e di pronunciare il suo nome per vedere se mi provocava qualche emozione. sono disperata! premetto che sono 2 anni che ho perso il lavoro, ho l'autostima sotto i piedi e ho avuto la notizia che mi nonno sta morendo!
>Gentile Veronica,
è possibile che lei stia attraversando un periodo in cui a causa di varie difficoltà (il lavoro, il nonno) ha un po’ “ritirato” le sue risposte emotive, per cui ora si interroga addirittura sulla sua capacità o meno di provare delle emozioni. Afferma però di essere molto affezionata a sua madre e pare che non abbia dubbi su quello.
Questo suo dubitare potrebbe anche essere motivato da qualche incompatibilità fra lei e il suo ragazzo, per cui si chiede se possa essere la persona giusta per lei. Ci scriva ancora se vuole, cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Albertone--
buongiorno a tutti,
premessa: sono un'imprenditore settore bar con cinque dipendenti e mia moglie e mio figlio di 17 anni,da un'anno e piu non sopporto piu mia moglie e mio figlio con loro ho atteggiamenti a volte pesanti....per non parlare dei dipendenti. Sono nervoso stanco di ripetere sempre le stesse cose non ho piu' pazienza con nessuno anche fuori dal lavoro e cosi sentendomi non riesco ad essere sereno neanche con i clienti...5 anni di attivita' intensa il locale e' aperto dalle 7.30 alle 2.00. il lavoro e' calato grazie anche a questa crisi ed io non ho piu' energia per reagire come faccevo per i primi 4 anni con serate a tema serate musicali etc...
Cosa ne pensate e cosa mi consigliate di fare? Grazie per l'attenzione.
>Gentile Albertone,
l’impressione è che lei sia innervosito dalla quantità di lavoro e dall’impegno profuso nella sua attività durante gli ultimi anni. Probabilmente ha accumulato una tensione che col tempo è diventata sempre più difficile da sostenere, dato anche il calo di soddisfazione economica derivante dall’andamento del mercato.
Le rispondo così perché non mi sembra che lei sollevi questioni particolari, quanto un’insofferenza generale che potrebbe essere semplicemente “stanchezza”, la quale potrebbe richiedere un intervento di ridimensionamento delle sue attività. Cerchi di parlarne con i suoi famigliari o con qualche persona vicina, magari fuori dal suo ambiente lavorativo. Ci scriva ancora se vuole, cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Marco--
Salve, io sono sposato e ho 2 bambine piccole.
Mia moglie ha sofferto subito prima della nascita della prima figlia di attacchi di panico. Poi si è curata, è nata la prima figlia e da allora ha cominciato ad avere dei comportamenti poco sani, tanto che abbiamo dovuto cambiare casa perchè vivevamo a 500metri da mia mamma e a lei non andava bene.
Poi con la nascita della seconda figlia le cose sono peggiorate, sicuramente colpa dello stress e delle tante cose che una mamma deve fare. Lei è sempre molto nervosa, suscettibile, molto permalosa, passa settimane e addirittura mesi senza rivolgermi la parola, l'ultima volta perchè ho comprato il latte sbagliato e perchè il sabato mattina invece di guardare le bimbe sono andato a un appuntamento di lavoro. Cerco di impegnarmi tanto per darle una mano anche in casa, ma penso che abbia un forte esaurimento nervoso o qualcosa di simile, ma non vuole assolutamente andare dal dottore. Anche dal punto di vista sessuale è molto frigida (1 volta ogni mese/mese e mezzo). Non so cosa fare per far tornare un clima tranquillo in famiglia, soprattutto per le mie bimbe. Ho pensato di rivolgermi ai carabinieri per costringerla a farsi visitare ma non so se è la soluzione giusta. Grazie.
>Gentile Marco,
non c’è nessuno nella sua famiglia che può aiutarla nel convincere sua moglie a cercare un aiuto medico? Sua moglie dice qualcosa in particolare quando si rifiuta di andare dal dottore? Come si è svolta la cura antecedente alla nascita della prima bambina?
Le sto rispondendo con delle domande perché è necessario conoscere tutta una serie di aspetti per poterla consigliare nel migliore dei modi.
Ritengo che la sua idea di chiamare i carabinieri possa essere un po’ troppo “forte”, considerando inoltre che sua moglie (da quanto scrive) non sta agendo un tipo di comportamenti che rientrano nel terreno di competenza delle forze dell’ordine.
Provi piuttosto a rivolgersi ad un servizio psicologico pubblico o privato, o ad un consultorio, dove potrà trovare dei dispositivi istituzionali più adeguati alla vostra situazione.
Ci scriva ancora se vuole, cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Giulia--
Salve, mi chiamo Giulia, ho 20 anni e da circa 8 anni ho dei comportamenti che credo possano essere riconducibili al doc.
Non ne ho mai parlato con nessuno perchè non ho mai dato importanza a questi gesti, comportamenti che ormai sono un'abitudine e perchè non pensavo
neanche fossero una malattia, pensavo di essermela creata io, nella mia testa, invece ho provato a informarmi capendo che è una malattia, neanche cosi rara.
Il mio problema riguarda gesti e parole senza logica apparente che devo ripetere costantemente ogni giorno, pur essendo consapevole che in caso non lo facessi non mi succederebbe niente, ma è più forte di me. Il mio problema riguarda prevalentemente le parole che ripeto nella mente e anche gesti come toccare un certo numero di volte oggetti in un certo ordine, oppure guardare sotto il letto x un tot di volte o ancora usare il piede destro e mano destra x iniziare a camminare o per prendere qualcosa e, se sbaglio qualcosa, devo rifarlo o "correggerlo".
La prevalenza comunque è nelle frasi che ripeto. Mi son creata una serie di frasi e "rituali" inutili che mi portano via ore.
Non lo sa nessuno nella mia famiglia e non lo immaginano assolutamente, non credo neanche che mi prenderebbero sul serio, è difficile ammettere di esser
malati di una cosa..astratta. Non so se dirlo è la cosa giusta anche perchè porterebbe un sacco di problemi e preoccupazioni.
Cioè, forse lo so ma tendo ad evitarlo.
La ringrazio per l'ascolto e per gli eventuali consigli.
Giulia
>Gentile Giulia,
le consiglio di parlarne con qualcuno (come la sua famiglia) e di fare qualche colloquio con uno psicologo per individuare le ragioni di questi suoi comportamenti compulsivi. Spesso le persone agiscono piccoli comportamenti apparentemente inutili (per esempio alcuni gesti scaramantici), ma se queste azioni o pensieri arrivano a farle perdere molto tempo, a disturbarla e a compromettere le normali attività quotidiane è necessario attivarsi per risolvere il problema.
Il disturbo ossessivo compulsivo può rappresentare un modo per allentare la tensione derivante da conflitti presenti più in profondità, ma bisogna valutare caso per caso.
Ci contatti pure se vuole prendere un appuntamento. Cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Elisa--
Salve, mi chiamo Elisa e ho 35 anni. La mia domanda è questa: premetto che non ho mai avuto mani ferme ma adesso mi capita (ho iniziato da pochi giorni un nuovo lavoro), al momento di servire i pasti ai bimbi (sono un'ausiliaria), mi tremano le mani....e non poco. E' vero sono una persona un pò ansiosa ma questa cosa mi provoca molto disagio. Per mantenere questo posto di lavoro ho bisogno che questo tremore almeno mi diminuisca. Cosa mi consiglia? Ringrazio infinitamente. Elisa
>Gentile Elisa,
probabilmente il tremore è legato alla sua condizione ansiosa. Il fatto che sia comparso (o che si sia accentuato) poco dopo l’inizio di un nuovo lavoro potrebbe essere a sostegno di questa ipotesi. Le ragioni possono essere varie, anche banali (magari beve troppi caffè), può essere una condizione di stress passeggero. Si rivolga al suo medico se la cosa le impedisce di lavorare e dopo una breve visita potrete valutare il modo migliore per superare il problema. Ci scriva ancora se vuole, cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Alice--
Gentile dottore, da diversi mesi ho un problema che mi assilla e non mi fa vivere serena. All'improvviso dopo un periodo d'insonnia ho cominciato ad avere paura delle immagini. Questa paura è arrivata al punto di farmi percepire una visione distorta di quello che guardo,cioè a seconda di ciò che c'è disegnato ci vedo degli occhi che so benissimo che non ci sono. La mia domanda è questa, la psicologia può aiutarmi a risolvere questo problema?
>Gentile Alice,
la psicologia può sicuramente aiutarla. Ciò che lei ha descritto è un fenomeno dispercettivo del quale bisogna individuare l’origine. Tali fenomeni appartengono a una classe molto ampia, quella dei disturbi della percezione (come per esempio le allucinazioni e le allucinosi) e possono avere un carattere temporaneo o essere correlati all’assunzione di sostanze o ad alterazioni del ciclo sonno-veglia. I disturbi del sonno come la sua insonnia possono generare dei fenomeni dispercettivi, i quali ripropongono spesso meccanismi tipici del mondo onirico. Il fatto che lei veda degli occhi – e non altro – ha probabilmente un significato. Gli occhi sono un elemento molto importante e in modo più o meno metaforico possono rimandare a diversi aspetti della relazione fra il soggetto e l’Altro.
In linea di principio è necessario comunque chiarire se il suo disturbo ha un’origine neurologica oppure psichica.
Questi sono solo spunti, per una diagnosi è necessario che lei si rivolga ad un professionista della sua zona. Ci contatti pure se vuole, cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Annamaria--
Salve,sono una ragazza di 22 anni,vorrei sapere da cosa dipenderebbe il mio malessere o disagio.Credo di essere depressa,non ho voglia di fare nulla,sono svogliata,non ho più piacere per nessuna attività e sono un pò apatica.Credo di fissarmi troppo sulle cose in generale,non so bene il perchè,non mi piace neppure uscire,mi vedo imbranata e se sono in mezzo alle persone,ad esempio a tante persone provo molto disagio,mi viene un malessere allo stomaco,e giramenti di testa.,ad esempio l'estate scorsa ero ad una festa e ad un certo punto mi faceva male la testa e non mi sentivo bene,avevo un certo malessere,tanto che tornando a casa mi venne di vomitare..forse per il forte mal di testa.Questo disagio che sento non mi fa vivere più.Mi vedo brutta,nelle situazioni che mi trovo mi sento anche fuori luogo con le persone,sono insicura di me.Un domani mi vedo sola senza un marito e senza figli.Secondo voi perchè? Sono sempre stata una ragazza silenziosa,timida con la difficoltà di parlare,socializzare ma credo di andare sempre a peggiorare.Secondo voi da cosa dipenderebbe tutto questo che mi sento? Credo di aver perso perfino fiducia in me stessa,a volte capita anzi spesso direi di non avere più voglia di vivere. Fin dalle elementari alle superiori e anche adesso sono sempre stata presa in giro dagli altri.Se perfavore potete darmi delle spiegazioni di tutto questo,io mi sento una sfigata. Aspetto una risposta grazie
>Gentile Annamaria,
la “spiegazione” di tutto questo risiede nella sua storia e nel come lei ha vissuto una determinata serie di vicende nel mondo sociale e famigliare, tutte cose che hanno influenzato (per non dire determinato) il suo attuale essere nel mondo. È lei stessa a chiedere da cosa dipenda tutto questo malessere che sente, riconoscendo evidentemente che la spiegazione non risiede nella descrizione dei sintomi ma nella ricerca e nella costruzione di una narrazione del suo vissuto e dei suoi eventi significativi. Tutto questo richiede un investimento, un impegno da parte sua, nella direzione di poter stare meglio. Provi a rivolgersi ad un servizio psicologico pubblico o privato, o ci contatti pure; l’importante è che lei non si fermi e non si chiuda in se stessa ma faccia circolare le sue emozioni e le sue parole. Le auguro buone cose,
Dott. Giovanni Castaldi
--Rosa--
Buongiorno dottore,sono una donna di 34 anni e dopo una convivenza di un anno mi sono sposata 5 mesi fa.Dopo qualche mese di convivenza sono iniziate le mie ossesssioni sul tradimento.vivo ogni attimo della mia giornata con la paura che mio marito mi possa tradire,gli controllo il telefonino di nascosto alla ricerca di numeri sispetti e vivo malisimo ogni situazione in cui lui non è in mia presenza..cosa posso fare?
>Gentile Rosa,
è la prima volta che incontra questi pensieri ossessivi oppure le è già capitato nel corso di altre relazioni in passato?
Le ragioni alla base di questi suoi pensieri possono essere molteplici, come per esempio il fatto che lei non si “permetta” di essere felice e che si rovini l’attuale situazione di benessere relazionale introducendo nel suo spazio psichico dei fantasmi ingombranti e distruttivi, come appunto quello del tradimento.
Potrebbe esserle utile qualche colloquio psicologico per capire questo suo comportamento e per aiutarla a vivere serenamente la sua relazione di coppia. Ci contatti pure se vuole, cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Angela--
salve volevo fare una domanda,e'molto importante per me,io sto veramente male non c'e'faccio piu'a vivere ho avuto una relazione con un ragazzo piu' piccolo di me io ho 32 anni e lui 27,la relazione e' durata un anno e mezzo io mi sono innamorata di lui alla follia non riesco piu'a vivere senza invece a lui non gliene frega niente di me.non facciamo l'amore dal 24 dicembre lui mi dice sempre che non gli va e0 diventato freddo,distaccato,dice che vuole stare da solo npn mi vuole piu'sono disperata,per lui e' stata solo una storia di sesso,per me no,mi puo' dare un consiglio grazie e' urgente
>Gentile Angela,
la vostra differenza d’età non è molta ma può aver contribuito al fatto che ci siano state delle diversità in cosa ognuno cercava in quel rapporto. Questo naturalmente può avvenire anche fra persone della stessa età e le separazioni sono sempre un momento difficile in cui ognuno deve trovare il proprio modo per superarle.
Purtroppo in questo caso è molto difficile darle un consiglio che sia valido e non retorico senza conoscere meglio la sua persona, la sua vita e i suoi interessi.
Ci scriva ancora se vuole, cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Pier--
mi sono da poco separato da mia moglie dopo 31 anni di vita assieme, nel bene e nel male.E' stata lei a chiedere la separazione anche se dice che sono stato io a dirle di volerla, è vero ma l'ho detto in un momento di rabbia..
Il vero problema è che fra noi non c'è dialogo,e Lei continua a rinfacciarmelo,non sono mai stato un chiaccherone,ha sempre parlato Lei , ed io ad ascoltarla, ma ora dice che si è stancata. per me è diventata un'ossessione,
quando sono con Lei mi viene l'ansia perchè penso a cosa dovrei dire per farla contenta e parlare con Lei,ma questo mi blocca ancora di più e non riesco a dire niente.Così lei si arrabbia e dice che non parlo mai che in una giornata dico solo poche parole ecc.ecc.Non so come fare per diventare un chiaccherone come piacerebbe a Lei e ricominciare la vita assieme. preciso che per il momento nonostante la separazione Lei vive ancora con me , con l'assegno di mantenimento non si può mantenere da sola ed a 51 anni non è facile trovare un lavoro.
Io sono ancora innamorato perdutamente di Lei , anche se sono passati 31 anni , e non so proprio come fare !! Lei dice di farmi curare perchè non è possibile non aver mai niente da dire . . e quando parlo faccio solo domande..! Aiutatemi per favore perchè sto soffrendo veramente molto.
>Gentile Pier,
al di là del giudizio di sua moglie, lei ritiene di parlare poco? Le crea dei problemi anche con le altre persone?
È importante capire questo per poterla consigliare e per poterla aiutare. Dovrei capire qual è il suo rapporto con la parola in un senso più ampio, mi dovrebbe spiegare meglio il suo punto di vista riguardo a questo aspetto del suo carattere. Ci scriva ancora con maggiori dettagli, o ci contatti pure, cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Giuseppe--
la mia domanda è va bene pa psicologia dinamica x una persona che vive con un pensiero fisso,, una puara che tu buca il cervello quello di morire ogni cosa che mi succede x me è una catastrofe da premettere che sono malto di tiroide e alcuni giorni fà sono corso al pronto soccorso e avevo una pressione da far impallidire avevo 220 su 120 sto facendo un percorso psicologico con questa psicologa ormai sono 2 anni e le paure sono aumentate mi succedono sempre cose strane arrivo ad un momento della mia vita che dico basta non cè la faccio + e puntualmente mi accade qualcosa che mi procura un male fisico reale mi capitò in estate ma che sentivo solo io,, e 3 medici diversi hanno detto di no che non si trattava di male fisico ma solo di un forte esaurimento e adesso la pressione? ogni volta che mi viene qualcosa devo fare delle indagini x vedere se hanno origine fisiche è normale questo? o è solo una cosa che succede a me? che indirizzo psicologico mi consigliate?
>Gentile Giuseppe,
è lecito e corretto che lei si accerti in merito alla possibile origine organica dei disturbi che sopraggiungono nell’arco del tempo, come per esempio la pressione alta. Il fatto che gli esami medici diano spesso esito negativo, oltre ad essere una buona notizia è indice della sua tendenza a somatizzare il suo dolore psichico in disturbi fisici di vario genere. Fa bene a seguire un percorso psicoterapeutico, anche se a volte – magari in momenti delicati della propria elaborazione – possono esserci dei momenti in cui il dolore si fa più forte, momenti che sono difficili da affrontare ma che se giustamente indirizzati possono far parte del processo di miglioramento. Più che l’indirizzo psicologico è importante che ci sia un buon rapporto fra lei e la sua terapeuta, che le sedute avvengano regolarmente e che ci sia investimento da parte sua.
Cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Vale--
Ciao sono valentina e sabato 3 giorni fa...ero fuori in centro a milano e faceva tanto freddo avevo le mani gelate rosse ( e già non mi sentivo molto bene perchè essendo emofobica quindi la fobia del sangue appena ho visto le mie mani rosse già mi sentivo debole) avendo freddo sono entrata in un ristorante e appena mi sono seduta le mani fredde mi facevano male, ho incominciato a muoverle e provavo dolore e all'improvviso ho avuto un aumento del battito del cuore non riuscivo a respirare non vedevo e non sentivo bene in pratica stavo svenendo ( sono subito stata soccorsa dai camerieri che vedendomi pallida e affaticata mi hanno subito portato del ghiaccio e da bere acqua con zucchero) dopo 10 minuti mi sono ripresa ma tremavo ( forse per lo spavento), quella sera la giustificazione del mio malessere secondo loro era perchè fuori faceva freddo e invece nel ristorante c'erano i riscaldamenti e quindi lo sbalzo d'aria mi ha fatto stare male.Ora però il giorno dopo quando sono uscita avevo degli attacchi strani..per esempio entro nella metrò mi siedo e incomincia a mancarmi l'aria battito accelerato , va be cerco di non pensarci , secondo giorno ancora la stessa cosa..fin quando oggi mi sono accorta che quando stavo in piedi e camminavo anche se faceva freddo stavo bene appena però sono entrata in un bar e mi sono seduta di nuovo ho avuto la sensazione di smarrimento il cuore mi batteva forte e mi mancava l'aria avevo caldo e freddo allo stesso momento, fortunatamente dove ero al bar c'era vicino una Abulanza del volontariato ho chiesto a uno di loro se potevano darmi spiegazioni su queste mie reazioni ogni volta che entro in un posto chiuso e caldo e subito lui ha pensato a un attacco di panico poi mi hanno misurato la pressione ed era bassa dal momento che sono entrata nell'abulanza di nuovo ho cominciato a tremare e avere mancamento di respirazione battito veloce..ora io mi chiedo può essere che ho la fobia degli spazi chiusi per colpa che sabato sono svenuta e mi sono spaventata e avendomi detto che sono svenuta perchè fuori faceva freddo e entrando li che faceva caldo ora ho ansia tutte le volte che entro e mi siedo in un posto al chiusO caldo? OPPURE PUò ESSERE CHE SICCOME FUORI FA FREDDO E APPENA MI SIEDO SENTO IL SANGUE CIRCOLARE LA MIA EMOFOBIA MI FACCIA AVERE QUESTA REAZIONE DI SVENIMENTO? SE SI COME POSSO CURARLA? ASPETTO UNA VOSTRA RISPOSTA PERCHè VOGLIO SUPERARE QUESTA COSA GRAZIE 1000 :)
>Gentile Vale,
il suo è con ogni probabilità un disturbo d’ansia. La situazione da lei vissuta è stato un “circolo vizioso” innescato dalla paura che potesse avere qualcosa di grave, chiamiamola pure paura di morire. Più aveva paura più si agitava e più si agitava più aveva paura. Questo l’ha probabilmente portata nei giorni seguenti a vivere una condizione di “ansia anticipatoria” direttamente legata alla tipologia di luoghi o situazioni che hanno scatenato il primo attacco d’ansia. L’ansia anticipatoria non fa altro che agevolare la ricomparsa di questi fenomeni anche laddove non sussiste alcun pericolo reale per la sua incolumità fisica. Ovviamente questa non è una diagnosi, perché è necessaria una visita diretta e non mediata come in questo caso, ma è con molta probabilità una buona approssimazione di quel che le è successo.
In casi del genere è necessario comprendere le motivazioni di tali manifestazioni emotive, la qual cosa è possibile attraverso un intervento psicoterapeutico che le potrà sicuramente essere d’aiuto. Il suo sintomo può essere interpretato come un segno di comunicazione che dice qualcosa in merito a una problematica che non trova altro modo per esprimersi.
Non si preoccupi eccessivamente, anche se so che non è facile, questi disturbi sono sicuramente curabili e oggigiorno sono purtroppo accusati da un gran numero di persone, per cui sono state sviluppate soluzioni terapeutiche molto efficaci e specifiche.
Per fare un quadro della situazione c’è bisogno che lei si rivolga a un servizio psicologico o direttamente qui al Centro Disturbi Psichici di Milano, dove potrà sicuramente trovare qualcuno in grado di poterla aiutare. Le auguro buone cose,
Dott. Giovanni Castaldi
--Annalisa--
Dice di essere innamorato di me ma non riesce a lasciare la famiglia, sua moglie è al corrente di tutto e tutte e due vogliamo una scelta, lui non sa ancora cosa fare dopo un anno di questa situazione e sta logorando lui e noi. pretende comprensione deciderà mai?
>Gentile Annalisa,
la ringrazio per averci scritto ma non posso proprio sapere se deciderà mai…
se vuole ci scriva con maggiori dettagli relativi alla personalità dell’uomo di cui parla.
Cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Lisa--
Salve,
la contatto perche ‘ non riesco a capire piu’ me stessa.....
mi trovo in una situazione abbastanza complicata...sono incinta da quasi 3 mesi e penso continuatamente ad abortire.....mi sono anche rivolta ad una clinica dove per due volte ho preso e disdetto l’appuntamento
per l’intervento d’aborto.
I motivi per i quali non voglio proseguire la gravidanza sono i seguenti:
Credo di non essere innamorata del mio compagno...non ho stima in lui e non mi da sicurezza,
attualmente sono disoccupata ma sono da tanti anni una parrucchiera e ho ancora tante cose cose a livello lavorativo da fare........
Mi spaventa l’idea di prestare tanto tempo ad un bambino dato che mi reputo anche un po’ pigra ed egoista.......ho ancora tanta voglia di viaggiare,spostarmi fare esperienze.......
I motivi per i quali non sono ancora riuscita ad abortire sono questi:
Sono terorizzata dall’idea di pentirmi e avere risentimenti
Ho paura di continuare a immaginarlo e pensare cio’ che sarebbe stato....
di immaginare il suo viso e l’amore che avrebbe potuto darmi......
e cmq di fare la scelta sbagliata.
Le assicuro che un giorno penso di tenerlo e il giorno dopo penso di abortire.......vivo in una perfetta confusione dove non riesco a trovare una via d’uscita
e un pensiero stabile.
Cosa posso fare per riuscire a chiarire me stessa?Anche perche’ fra poco non avro’ piu’ tempo per decidere.....
Grazie
>Gentile Lisa,
il mio consiglio è che lei ne parli subito con qualcuno, un consultorio, un servizio psicologico pubblico o privato. Non rimanga da sola nel suo dubbio devastante. Dovrebbe anche tenere conto della futura felicità del bambino/a e il chiarimento delle sue sensazioni avrà sicuramente un’influenza sul dare al mondo un figlio voluto oppure non voluto.
Comprendo la difficoltà della sua situazione e la invito a cercare un aiuto esterno. Ci contatti pure se vuole, cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Marcello--
Lettera alla vita
Sono qui che scrivo a ruota libera quello che ho dentro e non riesco ad esternare.
Sono un uomo in gabbia; so quello che voglio dalla vita ma non posso ottenerlo: amo veronica con tutto me stesso, lei è tutto quello che ho sempre desiderato nella vita, lei è la più straordinaria donna che io abbia mai conosciuto. La amo a dir poco da morire, è con lei che voglio vivere e condividere tutta la mia futura realtà.
Ma questo non posso averlo e mi deprime tanto, ne sto subendo conseguenze fisiche e mi sento terribilmente solo.
Un mio grande amico che mi vuole bene mi ha indicato la via che è bella davvero: lasciare tutto e vivere da solo e così piano piano avvicinarmi al mio sogno.
Non è facile anzi mi mette ansia questa decisione.
Penso ai miei figli, soprattutto il piccolo che è sempre attaccato a me, non mi lascia mai, che sofferenza potrò procurargli, ma anche la maggiore che mi vuol bene silenziosamente, la deluderei tanto.
E poi ho paura di tutti, dell’immagine di me, che crollerà “il bravo ragazzo”, tutti mi potranno additare e sarò infelice lo stesso.
Allora devo decidere tra la mia felicità e di veronica o la felicità dei miei figli.
Qualunque decisione prenda qualcuno soffrirà sempre e non lo trovo giusto.
Mi chiedo allora dei perché?
Perché sono giunto a questo punto?
Perché la vita dopo avermi dato tanto ora mi vuol togliere quasi tutto?
Perché io non potrò mai essere felice?
Perché devo soffrire così?
Aiutatemi davvero credo di non farcela da solo.
>Gentile Marcello,
lei ha nominato tutti tranne la madre dei suoi figli. È un caso?
È difficile immaginare che per fare felici i suoi figli lei debba restare infelice. Come fanno le due cose a legarsi?
Ma ripeto, mi sembra un po’ strano che lei non accenni al rapporto con la madre dei suoi figli. C’è sicuramente bisogno di più dati e di una maggiore conoscenza per poterla aiutare. Ci contatti pure se vuole fare qualche colloquio, un cordiale saluto,
Dott. Giovanni Castaldi
--Fenice--
DEPRESSIONE
Salve,
ho 37 anni e mia madre di 70anni soffre di depressione da più di 30 anni e forse anche prima, mio padre di 81 da tempo malato spesso non lucido con problemi di microinfarti cerebrali.
Mia madre in cura da una vita tra vari psicologi, neurologi ecc. da che io ricordi non ne è mai uscita.
Ha avuto un'infazia molto difficile, e la sua vita da adulta non è stata da meno, si sente fallita, inutile ed altre definizioni che è meglio non scrivere.
Tra tutti i suoi periodi di alti e bassi ora ne sta vivendo uno terribile ed ha deciso di sospendere gli antidepressivi dicendo che che "è stufa di prendere pillole che non le facciano vedere le cose come sono" da quel momento i suoi disturbi hanno cominciato via via a peggiorare.
Non siamo una famiglia molto fortunata tra problemi di malattie e sfortune varie per buona parte create da lei ne tentativo di riempire quel vuoto incolmabile che si porta dietro da decenni, questo non ha fatto altro che aggravare la sua situazione psicologica.
Io è da quando sono nata che vivo facendo da "mamma" a mia madre, ho tre fratelli che tutto sommato non si preoccupano più di tanto, le vogliono bene ma è una vita che la vediamo così che ormai è questo suo stato è entrato nella normalità delle cose, quindi non ci danno peso.
Per quanto mi riguarda è diverso, questo mio ruolo di "mamma" mi porta a preoccuparmi costantemente, di che umore è, come stà ecc., sono molto protettiva nei suoi confronti,e lei da sempre vive con una grande dipendenza nei miei confronti, ho cercato più volte sempre con i dovuti modi di crearmi i miei spazi, a volte ci sono riuscita e a volte no, cercando sempre comunque di mediare e farle capire le cose, il più delle volte in modo sofferto ma tutto sommato sereno, e qualche volta con discussioni accese. Un lavoro a tempo pieno.
E' da una vita che mi ripete che vorrebbe morire, ed ora mi trovo qui a pensare
che forse questo è il periodo in cui davvero potrebbe farlo.
Ora inizio a non saper più come comportarmi, sono stanca e triste, per fortuna ho un marito e due figlie ecezionali, ma questo a volte mi fa sentire ancora più in colpa nei sui confronti. Se le sucedesse qualcosa sò che non mi darei pace.
Non so come fare, non riesco ad acettare di vederla così e sopratutto non riesco ad acettare di non riuscire ad aiutarla, pian piano nel corso degli anni mi sta avvelenando l'esistenza e un paio di volte avrei voluto che il signore li chiamasse a se entrambi,con il risultato di sentirmi ancora più in colpa per questi pensieri.
Come posso aiutarla? Cosa devo fare? Dove posso trovare la forza, che ultimamente per sfinimento mi è venuta a mancare? Come posso smettere di soffrire vedendola così?
Sono sempre stata la sua ancora di salvezza sull'orlo del baratro, le voglio un gran bene e non voglio che cada verso l'abisso, e non voglio nemmeno che mi trascini in questa cadauta con lei.
>Gentile Fenice,
è sicuramente molto difficile e faticoso prendersi cura di chi sta male, spesso sono rapporti che portano anche grandi soddisfazioni e che permettono di approfondire e accogliere i vari aspetti dell’amore. Deve cercare di ridimensionare e dare il giusto peso al senso di responsabilità che prova nei confronti del benessere di sua madre e soprattutto deve smettere di sentirsi in colpa. Non è facile, ma se proverà a lavorare su questi due importantissimi aspetti potrà scoprire un nuovo sguardo e una nuova energia per continuare ad esserle vicina e per fare in modo che non si arrenda al suo dolore. Potrebbe anche provare a fare qualche colloquio psicologico, che può sicuramente aiutarla a far circolare le emozioni, positive e negative, che la legano a sua madre. Buone cose per lei,
Dott. Giovanni Castaldi
--Giovanna--
Salve, ho 31 anni,assumo daparox gocce dal 2008 e dopo aver provato a sospenderle per ben tre volte ho dovuto riniziare perchè mi sentivo giù, piangevo sempre e non avevo forza e desiderio di fare niente.Quindi adesso mi ritrovo ad alzarmi tardi al mattino, per esempio a mezzogiorno perchè mi sveglia qualcuno,l'ansia comunque continua spesso a persistere, sudo freddo, spesso mi sento confusa , non ricordo alcune cose e non riesco a concentrarmi a leggere.Forse queste cose possono dipendere dall ferro basso? Adesso dovrei iniziare una cura con ferlixit e epargriseovit, ci sono controindicazioni se assumo anche il daparox al mattino e il lorazepam aalla sera? So che queste risposte me le dovrebbe fornire il mio specialista, ma è per un consulto in più.Grazie anticipatamente.
>Gentile Giovanna,
come ha osservato anche lei, le domande inerenti la sua cura farmacologica vanno rivolte allo specialista che la segue. Sarebbe sbagliato e controproducente se io le dessi dei consigli di questo tipo senza conoscerla e a mezzo internet.
In linea generale le consiglio di affiancare all’intervento farmacologico un intervento psicoterapeutico. È fondamentale che lei comprenda le ragioni del suo malessere e che non si limiti solo ad attenuarne i sintomi. Infine, dei semplici esami del sangue potranno toglierle molti dubbi in merito a possibili problemi organici, in modo che si possa concentrare sull’aspetto psichico della questione.
Cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Mike--
Salve,
io avrei mille domande da fare, ma ne ho scelta una, complessa, in modo da cercar di racchiudere tutta la mia storia.
Ho 46 anni, sposato da 19, circa, mia moglie, dopo 2,5 anni di psicoterapia, e dopo, ora 2 anni circa che non frequenta più lo psichiatra, si ritrova ad accusarmi e cacciarmi di casa, per una fantomatica mia amante, che frequento secondo lei, da più di sei anni. Dice che ha i tabulati, ma non li mostra, del mio cell. dove si evincono tutte le mie chiamate e sms a questa persona, che è una mia collega, ma non ho nulla a che fare con lei io.
S'inventa tutto, posso dirlo questo, perchè io ho telefonato una sola volta a questa collega, credo o 1 o 2 anni fa in occasione del suo smarrimento di un foulard, sms, mai mandati, invece lei afferma che ci sentiamo regolarmente ed ha tutte le prove di questo nostro rapporto. Come queste prove, ne ha altre, naturalmente tutte inventate. Dice che ormai ha capito con immenso sconforto, che essere sono io e spera che questa sia l'ultima brutta sorpresa della sua vita.
Le ricordo che stiamo insieme da quasi 31 anni, quindi da sempre, ed io non ho mai avuto un'altra donna, anzi nei tempi passati ero accusato di averle, tante, ma poi con il ragionamento e le rassicurazioni, le è passato, all'apparenza, tutto. C'è da dire, anche, che lei è quella che viaggia su facebook, con foto di matrimoni, abbracciata a colleghi, e lei che si masturba con le zucchine, e lei che nasconde il suo cell. c'è da dire, anche, cosa molto importante, che ha avuto un padre, tiranno, che fino a 28 anni, la faceva rientrare a casa alle 20:30, e guai del contrario, ed ora, siccome rincoglionito dal parkinson, lo cura e tratta come se fosse il suo bambino, come trattava me nei nostri rapporti.
La mia domanda è: che cosa devo fare?.
Io sono esausto, non ce la faccio più, appena sente il nome della collega, in tv,lo legge sui giornali, cambia canale e strappa le pagine del giornale.Cambia umore, prima dopo qualche ora, adesso in secondi cambia, da ridere e stare, apparentemente tranquilla, diventa un'indemoniata. La prego mi dia qualche consiglio per cercare di risolvere questo mio grande problema, ricordo che abbiamo anche 3 figli.
Grazie un abbraccio.
>Gentile Mike,
per quale motivo sua moglie ha interrotto la psicoterapia? Le chiedo questo perché il primo consiglio che mi viene da darle è proprio in merito a una ripresa del percorso psicoterapeutico. È abbastanza chiaro, da ciò che scrive, che sua moglie attribuisca a lei tutta una serie di comportamenti ed atteggiamenti che fanno parte del suo mondo immaginario. Possono esserci differenti dinamiche che hanno portato al manifestarsi di queste attribuzioni, per esempio è possibile che ella riversi su di lei dei propri desideri inconsci relativi al tradimento, oppure che siano delle accuse legate in qualche modo al padre e dunque relative al loro rapporto. Ci tengo a precisare che queste sono solo delle interpretazioni possibili e che bisognerebbe conoscere meglio la situazione per poterle dare un parere più preciso.
Ci contatti pure se vuole prendere un appuntamento, cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Anna--
Salve dottore.. Ho 21 anni e da circa due anni vivo una situazione di forte disagio.. Non riesco ad arrivare a fine giornata senza sentirmi un nodo alla gola. Spesso sto male di stomaco e ho nausee e giramenti di testa, ho difficoltà a respirare. La situazione é diventata insostenibile, non riesco più ad allontanarmi da casa che mi sento male. Sto rinunciando a tante cose belle come le feste con gli amici, il cinema, i centri commerciali, le feste con la famiglia al ristorante, i viaggi.. E la cosa più brutta é che non sto rovinando solo la mia vita, ma anche quella del mio ragazzo.. Perché pur di stati vicino rinuncia ad uscire e rinuncia a tutto ciò a cui rinuncio io. Ora lo sto perdendo perché é stanco e vuole vivere.. Vorrei tanto ricominciare a vivere anche io.. Ma purtroppo anche se provo ad uscire finisco sempre per sentirmi male e correre a casa a piangere.. Prima ero una ragazza attiva mi piaceva sempre uscire e stare con i miei amici, non ero mai in casa perché odiavo stare in casa, tutt'ora odio stare in casa ma qui mi sento al sicuro... Vi prego ditemi cosa fare non posso continuare a sprecare la mia vita cosi.. Grazie in anticipo..
>Gentile Anna,
le consiglio sicuramente di rivolgersi ad un servizio psicologico, pubblico o privato, in modo da comprendere il funzionamento del suo sintomo ansioso che le compromette il vivere quotidiano, allo scopo di superarlo. I fenomeni che lei descrive sono certamente riconducibili ad un serio disturbo d’ansia e alle sue somatizzazioni. Come lei dice si sente “più al sicuro” stando in casa, bisogna dunque capire cosa c’è fuori, anche dal punto di vista immaginario, che la disturba così tanto. Inoltre, è successo qualcosa in particolare due anni fa, quando lei ha cominciato ad accusare questa sintomatologia?
Mi raccomando non esiti a prendersi cura di se stessa e a cercare aiuto per risolvere il suo problema. Ci contatti pure se vuole, cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Sarah--
Salve dottore, di recente ho scoperto che una persona a me molto cara soffre di depressione. Non so come classificare quello da cui, secondo me, basandomi su fatti certi, questa persona è affetta. Chiedo a lei se sia possibile che dopo aver ricevuto una delusione d'amore da parte della persona che più si ama al mondo, la nostra mente tende a proiettare questa persona in un'altra, ovvero crede che quest'altra persona sia la stessa che ha sempre amato....
Non so se mi sono spiegata bene, il punto centrale è che vede due persone come se fossero un'unica persona.
Mi scuso per non essermi spiegata meglio ma non saprei quali altri termini utilizzare per spiegare il concetto che ho in mente.
Aspetto una sua risposta, e la ringrazio per il tempo che mi ha dedicato.
>Gentile Sarah,
sicuramente una “delusione d’amore” può comportare pesanti strascichi a livello psichico. Purtroppo dalla sua descrizione non mi è molto chiaro il comportamento della persona, per cui le chiedo di scriverci con maggiori dettagli o ancora meglio di chiamarci ad uno dei numeri del Centro. Fenomeni di spostamento e di proiezione rientrano sicuramente nei casi possibili all’interno della psicopatologia, ma è necessario effettuare un’adeguata anamnesi del soggetto per poter stabilire una diagnosi. Cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Ale--
Gentile psicologo,
son una ragazza di 26 anni con una brillante vita professionale ma una scadente vita sentimentale. Son una bella ragazza, molti corteggiatori, ho degli amici favolosi e una famiglia che mi ama...eppure vivo male le relazioni di coppia.
Son tremendamente gelosa e possessiva, non riesco mai a fidarmi degli uomini che stanno al mio fianco, gli rendo la vita impossibile, li controllo, li chiamo sempre, mi comporto da bambina e loro dopo un po' scappano.
Ogni volta credo che la colpa sia della persona che ho al mio fianco,ma con il tempo sto capendo che la colpa è mia: nasce da qualche mia insicurezza. Mia sorella, la persona che mi conosce meglio di tutti, mi ha sempre consigliato di rivolgermi ad uno psicologo perchè si rende conto che soffro di queste esagerate crisi di gelosia da quando ero piccola, dalle mie prime storie.
Non son mai stata single, non ho mai scoperto me stessa.
Attualmente vivo una storia da 2 anni e mezzo con una persona ke amo tantissimo. Lui non ha un carattere semplice eppure a volte riesce ad ascoltarmi nei miei momenti di follia. Io non riesco a fidarmi di lui, lo controllo, quando esce lo chiamo sempre e se non risponde inizio a chiamare tutti i suoi amici e familiari!
Non gli do pace.
Lui, d'altro canto, si fida di me.
Vorrei dargli fiducia, lasciarlo libero, renderlo felice...semplicemente dandogli il mio amore e lasciandogli vivere la sua vita.
Pero' davvero da sola non ci riesco e lui sta per perdere la pazienza.
Mi rivolgo a voi per chiedervi un consiglio. Il passo successivo sarà sicuramente quello di iniziare a parlarne personalmente con uno psicologo, perchè son stanca anch'io di vivere con queste insicurezze ed in piu', ora ho in ballo una storia d'amore...forse per la prima vola nella mia vita, son davvero innamorata di questa persona...vorrei lasciarlo libero di vivere...senza aver paura che scappi via da me...Voglio che il mio amore lo renda completamente felice!
Grazie per l'ascolto, la pazienza e i consigli.
>Gentile Ale,
parto dalle sue ultime considerazioni dove dice che sarebbe il caso d'intraprendere dei colloqui psicologici per capire le ragioni della sua incomprensibile gelosia. Sono profondamente d'accordo con il suo pensiero. Lo faccia. Le ragioni di una forte possessività e di una strutturale non fiducia nei confronti dell'altra persona, la mania del controllo dell'altro e il comportamento infantile, sono faccende serie che rischiano di rovinarle i suoi rapporti affettivi, parlo delle sue relazioni d'amore. Sono anche d'accordo con la sua interpretazione rispetto al suo disagio che concerne la sua insicurezza come persona. Vada a parlarne e faccia una narrazione della sua storia, vedrà che le cose miglioreranno. Se lo desidera può chiamarci al Centro per fissare un appuntamento. I numeri di telefono sono 0229531468 e 3485849549. Buone cose per lei.
Dott. Giovanni Castaldi
--Mary--
Sono ossessionata da mio marito (dai suoi tradimenti), premetto che ho scoperto io che lui navigava su internet alla ricerca di donne..... è più di un anno che sono alla ricerca delle donne che lui conosceva su facebook, quando non riesco a trovare altre prove di tradimento su fb piango e mi dispero, stò ore e ore al pc cercando non so cosa. Non riesco a perdonarlo ma neanche a lasciarlo, quando penso a quello che mi ha fatto lo caccio di casa, ma lui mi dice che è stato solo un periodo della sua vita in cui era andato fuori di testa! Ma si può amare tradendo così spudoratamente e raccontando un sacco di bugie. Mi ha vista soffrire come un cane ma lui continuava, finchè a gennaio scorso ho scoperto che era iscritto ancora a fb e faceva il cretino con le altre... e non era la prima volta che lo beccavo. Abbiamo cercato di riparare l'inriparabile.... forse più io che lui....... ma sembra che poi si finisca ad arrivare sempre in un vicolo cieco. Poi mi aspettavo da lui qualcosa di più per farsi perdonare invece secondo me ha fatto ben poco! Vorrei riuscire a lasciarlo e levarmi dalla testa i suoi tradimenti, ma non riesco. Non mi fido più di lui quando esce penso subito che va chissà dove, penso che magari si possa sentire ancora al telefono con qualche donna o che possa navigare ancora su internet, non so che fare cosa posso fare?
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Penso si stata mia la colpa dei tradimenti di mio marito, si era iscritto alle varie chat e mi tradiva quando ne aveva l'occasione. Premetto che sono stata sempre gelosa di mio marito fin troppo e non mi sono mai fidata di lui e forse per questo motivo lui mi ha sempre raccontato un sacco di bugie anche sulle più banali stupidate. Ora il nostro rapporto è giunto quasi al termine, soffriamo entrambi, certo io ne sono uscita sconfitta e umiliata. Sono 21 anni che siamo sposati lui ha ammesso i suoi errori, ma non mi fido più di lui e penso che se ha fatto tutto questo è perchè non mi ama più, cosa posso fare? Non riesco a rassegnarmi di averlo perso, anche perchè è difficile per me immaginare una vita senza di lui, avevo 13 anni quando mi sono innamorata ma non riesco più a vivere con lui o a stare senza di lui, mi sento una nullità ho fallito, ma come si fa a tradire e poi dire alla moglie di amarla?
>Gentile Mary,
se ritenete entrambi che ci sia ancora il desiderio di non sciogliere la vostra coppia, potreste rivolgervi ad un servizio di psicoterapia (http://www.disturbipsichici.it/come-curiamo#psicoterapiadicoppia) che può essere utile sia nel caso voleste ricostruire la vostra vita di coppia, sia che la soluzione migliore consista nella separazione. In entrambi i casi un supporto esterno potrebbe esservi molto d’aiuto. È meglio procedere in una di queste direzioni piuttosto che continuare a cercare compulsivamente prove dei tradimenti di suo marito. Cordiali saluti e buone cose per lei,
Dott. Giovanni Castaldi