--Luca--
inizio a preoccuparmi... è come una droga.... a scuola guida avevo perso la testa per una ragazza, in seguito ho saputo che lei era fidanzata e quindi il mio interesse verso di lei (anche se ancora è forte) sta scemando. In questi giorni giorni mi sto innamorando di sua cugina che frequenta saltuariamente la stessa scuola guida. Il problema è che non posso fare a meno di guardarla su face e quando non la guardo sto male. Lei credo che sia single. Ogni giorno penso di chiedere a sua cugina ( quella d cui mi ero innamorato precedentemente) se è single perchè non ho il coraggio d chiederlo a lei direttamente. Con lei non ho molta confidenza, mentre con la cugina un pò di più. Su facebook è scritto che è single. Vorrei tanto sbloccarmi e dirle quello che provo per lei, avrei voluto anche farlo per sua cugina ma quando ho saputo che è fidanzata ci ho rinunciato. Quando guardo su facebook le sue foto e vedo che qualche ragazzo gli ha commentato le foto non provo gelosia (anche perché sarebbe assurdo) ma una sensazione di paura di perderla. CHE COSA DEVO FARE? SE PENSO CHE TRA POCO FINISCO A SCUOLA GUIDA E NON LA VEDO PIù, MI SENTO SOFFOCARE. AIUTATEMI VI PREGO
>Gentile Luca,
un po’ di timidezza non è sicuramente un problema, anche se può crearle qualche difficoltà negli approcci. Magari riuscirà a trovare il modo di poter parlare con questa ragazza ed approfondire la vostra conoscenza. Soprattutto non ingigantisca situazioni che sarebbe normalmente in grado di saper gestire e consideri che potrà conoscere anche altre ragazze al di fuori della scuola guida. La sensazione che lei definisce come paura di perderla potrebbe essere legata ad un suo sentimento di “dipendenza” da questa ragazza, dalla sua figura, nella quale probabilmente ha riversato tutta una serie di aspettative amorose che teme di perdere non vedendola più.
Comunque non si preoccupi, le “cotte” giovanili capitano e sono capitate a tutti..!
Continui a scriverci se vuole, cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Anita--
Salve, sono mamma di un bambino di 8 anni e per l'ennesima volta alla riunione dei genitori di nuovo mi è stato detto dalle maestre che mio figlio in classe si distrae facilmente (non da fastidio a nessuno la sua distrazione è che quarda in giro durante la spiegazione della lezione, gioca con le penne, guarda fuori dalla finestra e così via...)e quando poi la mestra gli chiede di ripetere cosa ha appena spiegato lui dice che non lo sa.......
E' un bambino molto sensibile a scuola, dico questo perchè a casa è tutt'altro che timido e sensibile, quando un compagno si intromette nelle sue interrogazioni non si difende facilmente e si mette a piangere, sembra che sia intimidito dai bambini della sua classe, possiamo dire che si vergona!!!!!
oppure che è molto sensibile. Come e cosa posso fare da mamma per rinforzare questa sua debolezza? Devo chiedere aiuto a un Psicologo?
Grazie per la Vostra disponibilità e spero di ricevere una risposta in riguardo.
Auguri
Anita
>Gentile Anita,
da quanto scrive non è la prima volta che le maestre segnalano questo comportamento di “isolamento” da parte di suo figlio. Lei può certamente prendere in considerazione di rivolgersi ad un servizio psicologico pubblico o privato per comprendere le ragioni di questo comportamento e il messaggio che forse suo figlio cerca di inviare comportandosi in questo modo.
Ci contatti pure se vuole, cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Mario--
sono sempre insicuro e non ho per niente stima in me stesso come posso fare ad acquisire una maggiore consapevolezza nei miei mezzi?
>Gentile Mario,
le ragioni della sua insicurezza possono essere molteplici e sarebbe necessario approfondire la conoscenza per poter fare un quadro della situazione. Ci scriva con maggiori dettagli, o ci contatti pure. Cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Cristina--
il mio compagno è immerso totalmente nel suo lavoro. lavora come direttore di cantiere e quindi pieno di responsabilità dai giorni del terremoto e nn è piu tornato se nn una volta ogni tanto.io sn rimasta a torino.ultimamente è stato male ha fatto una operazione un po complicata. da fine febbraio 2011 l'ho visto 2 volte perche ho insistito. allora sn partiti messaggi su messaggi io gli scrivevo cose abbastanza pesanti nel senso che volevo farlo ingelosire dicendo che avrei cercato qualcun altro perche capivo che lui si era allontanato troppo. ad un certo punto anche lui mi tirava in ballo nomi di donne che avrebbe voluto frequentare se nn ci fossi stata io....l'ho visto il 6 di agosto ma era distaccato vuoto assente e avrei dovuto partire cn lui per le ferie il 13 agosto ma lui si è defilato prima per un problema poi per un altro....forse c e o c e stata anche una donna di mezzo ma per me è come in un blocco psicologico ha chiesto il divorzio dopo che nel 2006 ha avuto la separazione e i figli gli sono rivoltati contro nessuno lo considerava piu....ho paura che m abbia collocato cn loro e mi ritenga la causa della sua separazione .....nn capisco se ha un altra è stRAno si è anche rifugiato nella fede...ha fatto dei ritiri spirituali e dice che il Signore vuole qualcosa da lui. è anche convinto che suo figlio lo voglia uccidere o avvelenare per degli episodi accaduti durante il periodo delle ferie. è convinto anche che io nn l ho mai amato e ora dice che è lui che nn mi ama piu e nn mi vuole piu vedere. sarà perche ha un altra o rifiuta il passato? sembra che si voglia redimere a miglior vita e forse vuole cancellare il "prima" quello che ha fatto prima. penso che abbia rinnegato anche me....e che abbia una relazione nuova anche se lui nega. Mi aiuti sto impazzendo anchio che nn so come mi devo comportare...devo accettare il suo rifiuto o lo devo comprendere? lui mi dice che mi devo rassegnare che E' FINITA .......TRA DI NOI. AIUTO.....
>Gentile Cristina,
il suo compagno sta evidentemente attraversando una fase di disorientamento, con qualche possibile tratto paranoico (anche se bisogna sicuramente conoscere meglio il soggetto per poter fare una diagnosi). Penso che gli sarebbe utile una forma di supporto psicologico, in modo che egli possa cercare di comprendere meglio quali sono le sue domande. Lei, allo stesso tempo, deve sicuramente pensare anche alla sua condizione, in quanto da come scrive vi vedete pochissimo (due volte in quasi un anno) ed è difficile portare avanti un rapporto con queste caratteristiche. È importante, dal suo punto di vista, che non si faccia trascinare eccessivamente dal malessere del suo compagno ma che riesca ad affrontarlo in maniera attiva e per quanto possibile indipendente. Cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Tiziana--
buongiorno...
sono una mamma di due figli la femmina 24 anni il maschio 20.
mi sono separata da mio marito da circa 5 anni...in passato mio marito ha avuto problemi di alcol che io ho lottato per riportarlo all astinenza.....ma da quando ci siamo separati ha ripreso...al di la di questo problema che io dinuovo lho aiutato ad uscirne tramite strutture idonee ora è di nuovo astemio ma il problema riguarda mio figlio che da quando me ne sono andata ha dovuto subire suo padre che beveva premetto io non vivo con loro...mio figlio ha dovuto affrontare la mia lontananza la lontananza di sua sorella che è andata a vivere all estero e anche da poco la lontananza della sua ragazza....in poche parole tutte le persone che davano a lui un punto di riferimento sono andate via lasciandolo con il padre che non ha mai fatto ilpadre anzi io praticamente mi sentivo anche mamma di lui....non so come devo comportarmi con mo figlio lo vedo che soffre ma tiene tutto dentro io abito vicino a loro vado quando posso a fargli dei lavori a casa insomma li aiuto e mio figlio viene spesso da me dorme da me...ma si annulla....si è fatto crescere capelli e barba senza curarli così sembra trasandato....cosa posso fare sto cercando in tutti i modi di essere per lui il più presente possibile..ma se gli dico tagliati i capelli si arrabbia o se gli dico parlami dimmi cosa ti senti dentro lui mi risponde tu non puoi capire premetto lui fuma gli spinelli la mariuana dice che non fa mele che qualche volta con gli amici lofa e questo mi fa sentire non poco ma tanto in colpa che se non fossi andata via magari non sarebbe arrivato così come un eremita ....AIUTATEMI a capire a come devo comportarmi...grazie di cuore
>Gentile Tiziana,
sicuramente non è una situazione facile ma è importante che lei non abbandoni le sue iniziative di comunicazione nei confronti di suo figlio. Certo essere troppo insistenti può sortire l’effetto contrario, considerato che suo figlio si trova in un’età in cui sussistono desideri di indipendenza e di adultità che non sempre rendono semplici i tentativi di aiuto da parte dei genitori. Ma ripeto, è importante che a lui sia sempre chiaro che il canale è aperto, che la comunicazione con lei è possibile. Sarebbe utile, al fine di comprendere meglio la situazione di suo figlio, sapere se egli ha dei progetti di studio o lavorativi, degli interessi particolari. È molto giovane e la sua fase di malessere potrà sicuramente risolversi nel migliore dei modi. Cordiali saluti, ci contatti pure se vuole,
Dott. Giovanni Castaldi
--Sara--
Salve...io chiedi una cosa volevo sapere che la vita precedente estitono si o no? Grazie
>Gentile Sara, questa è una domanda da porre alle religioni più che alla psicologia. Agli psicologi, forse, può interessare il perché un individuo si pone tali domande, ma non posso darle alcuna risposta che abbia un qualche valore di verità. Cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Zazi--
Buona sera...scusate il disturbo...ho un problema...sono un ragazzo di 23 anni laureato in economia, frequento la specialistica e lavor part time intanto...sono stato lasciato dalla ragazza...lei è ancora innamorata di me ma deve risolvere dei suoi problemi personali....la nostra è stata una storia importante...x lei la piu importante della vita...io con le ragazze son sempre stato un "marpione" ma con lei è stato diverso...oltre che una bella ragazza in lei ho visto una persona...mi ha aiutato tantissimo essendomi da esempio in tante cose, in tanti comportamenti che gia sapevo fossero giusti ma che per paura o per moda non tenevo...ho un punto debole mi sa...non sopporto il dolore...ogni tanto soprattutto la sera prima di andare a letto e la mattina quando mi sveglio mi sembra di soffocarre...gia sono un po agitato di mio..quando son seduto o un piedi fermo la gamba si muove sempre...nei momenti in cui mi sembra di soffocare mi viene da vomitare e il cuore aumenta sensibilmente il battito...e io molto intelligentemente prendo un coltello e mi taglio i polsi...è come se il male fisico togliesse quello emotivo...so che è una stupidata e non voglio piu farla ma in quei momenti mi sembra l'unica cosa possibile...mi vien da correre e urlare ma non posso...non so se è importante ma vi segnalo anche che in famiglia non ho dialogo con nessuno...mio padre è esaurito dal lavoro e si fa gli affari suoi...x lui star male è segno di debolezza e non dirò lui mai sta cosa...mia mamma è anni che è ammalata e in cura da uno psicologo quindi sono piu io che devo aiutare lei...in compenso ho un ottima schiera di amici saggi e intelligenti che mi aiutano..solo a uno però ho confessato questa cosa...anche lui ha avuto momenti bui...soffriva di attacchi di panico e ho pensato che potesse essere la persona piu adatta...inoltre è sensibile e saggio...be fatto sta che il problema non riesco a risolvere...spesso vorrei chiudere gli occhi e non rialzarmi piu...se avete qualche buon consiglio su cosa fare cosa prendere e/o da chi andare ve ne sarei grato...scusate ancora il disturbo...buona serata...riccardo
>Gentile Zazi,
mi sembra che lei abbia abbastanza chiara la funzione dei suoi atti autolesionistici, di difesa e copertura nei confronti dei suoi conflitti interni, del suo bisogno di “correre e urlare”. Il fatto che in famiglia non abbia dialogo con nessuno è sicuramente un dato molto importante ed è probabile che una buona parte dell’energia psichica che si riversa nelle sue somatizzazioni scaturisca proprio dalla sua situazione famigliare. È sicuramente un’ottima cosa che lei abbia dei buoni amici e che non si isoli eccessivamente, essi le potranno sicuramente essere d’aiuto. Ritengo fondamentale, però, che lei affronti questo suo problema con l’aiuto di uno psicoterapeuta. Se vuole ci contatti per fissare un appuntamento. Cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Zina--
Buon giorno,
Sono una donna 28 enne e ho una relazione (che dura da 7 anni)con un uomo piu grande di me con 22 anni.Al inizio il nostro raporto era molto bello ma da 2 anni non andiamo piu d'acordo.Io mi sento ''spenta''..come se ne avesi gia 80 anni ,senza voglia di vivere,non ho piu la voglia e la grinta di afrontare la vita come una volta,mi sento inutile. Lui era imprenditore e nel 2008 a perso tutto, adesso e in una situazione molto dificile, non trova piu lavoro,sono io che lavoro per pagarci l'affito. Io mi fa sentire colpevole della situazione in qui ci troviamo. Il punto e che io non so cosa devo fare e come comportarmi in questa situazione, tutti che mi conoscono mi dicono di lasciarlo , ma..ho paura di restare da sola. Avete qualche consiglio per me?
distinti saluti.
>Gentile Zina,
sicuramente il suo uomo sta passando un periodo difficile, siccome la perdita del lavoro comporta una serie di ripercussioni non sempre facili da gestire, anche se è necessario analizzare caso per caso. Per quanto riguarda la sua paura di restare da sola, essa è un timore abbastanza comune quando si medita di interrompere un rapporto. Credo che non si debba preoccupare troppo in tal senso, data anche la sua giovane età. Dovrà prima o poi prendere una decisione, ma non posso essere io, in queste poche righe, a dirle quale opzione scegliere. Se tale situazione le provoca un malessere che non riesce a gestire, provi a consultare un servizio psicologico allo scopo di ricevere aiuto e assistenza. Cordiali saluti e buone cose,
Dott. Giovanni Castaldi
--Gigi--
salve avrei bisogno di un aiuto che per me e' molto importante,conosco una ragazza favolosa da poco tempo lei si e' lasciata con il suo compagno,per un tradimento da parte di lui.hanno avuto una bimba insieme e ora lei ha molti sensi di colpa.inizialmente si era innamorata di me poi questi complessi l'hanno fatta indietreggiare nei miei confronti.ora sono io innamorato di lei ma ovvio questo amore non e' corrisposto per il fatto che lei nn riesce ad essere se stessa,come e cosa devo fare?
>Gentile Gigi,
probabilmente la signora ha bisogno di tempo per fare ordine nei suoi sentimenti. Continui a starle vicino se sente che la cosa vi fa del bene. Cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Angelica--
sono una ragazza di circa 24 anni sono al V anno di architettura mancano 12 esami per conseguire la laurea e prima di intraprendere questa facoltà ho frequentato un anno di giurisprudenza e un anno di architettura in un'altra città. mi ritengo una ragazza molto insicura e non all'altezza delle situazioni. penso che tutti siano meglio di me ed ho una forte paura di rimanere sola. ho un problematico approccio con lo studio, non so gestire il tempo penso di non esssere in grado di superare un esame così fuggo dall'impegno e rimando di continuo. a 15 giorni dall'esame inizio a studiare con problemi di concentrazione e con tempi di apprendimento lenti e ad un giorno-2 dall'esame iniziano gli stati d'ansia ho paura di non farcela e ho delle ingestibili crisi di pianto. sono fidanzata da più di un anno con un ragazzo che adoro e che invidio moltissimo in senso buono, lui al mio contrario è molto sicuro di se è già laureato ed è felice e padrone della sua vita. fortunatamente non ho problemi nella vita e non so perchè non riesco ad essere felice dei miei impegni e sicura di me. mi lamento costantemente, sono sempre insoddisfatta e fortemente autocritica. mi piacerebbe essere più brillante volenterosa e felice. c'è un modo per educarmi, e cambiare prima che sia troppo tardi e sempre più insoddisfatta???? vi ringrazio anticipatamente
>Gentile Angelica,
credo che un supporto psicologico possa esserle d’aiuto al fine di comprendere i motivi della sua insicurezza e della sua insoddisfazione. Le consiglio di leggere la risposta a quest’altra domanda che ci era pervenuta, la quale tratta di una problematica simile alla sua. È curioso che lei chieda di essere “educata”, siccome la sua autocritica sembra invece rispondere proprio ad una rigida struttura di regole e di modelli. Ci scriva ancora se vuole, o ci contatti pure. Cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Tullia--
Da alcuni mesi ho una relazione con un uomo sposato, pensavo che mai mi sarei messa in una situazione del genere invece...A causa del lavoro di entrambi non riusciamo a vederci spesso, massimo quattro volte al mese. Lui fin dal principio mi ha detto di voler bene alla moglie, di stare bene con lei. Mi ha detto che le sono piaciuta da subito, ci conosciamo da due anni, che mi desiderava tanto. Solo due mesi fà ha avuto il coraggio di farmelo capire ed io ho ceduto. Mi ha detto che non era solo sesso. In effetti dopo aver fatto l'amore stiamo insieme un pò a parlare di noi della nostra vita e anche quando parliamo al telefono ci confidiamo tante cose di noi.è difficile non poterlo vedere spesso, sentire. Vorrei dirli che mi manca ma non lo facio per paura che si senta opresso. Lui più di una volta mi ha detto che gli piacio tanto che mi desidera, mentre io non gli dico mai niente per paura che possa pensare che io voglio incastrarlo. La nostra storia è appena iniziata, non voglio correrere il rischio di perderlo. Ora come ora non gli chiederei mai di lasciare la moglie. Deve essere lui a capire se vuole me o restare con lei. Talvolta mi chiedo se facio bene a non dirli ciò che provo e voglio. Grazie per i viìostri consigli.
>Gentile Tullia,
si è già parzialmente risposta da sola, e in questi casi è comunque difficile dare consigli. Ritengo che lei abbia piuttosto chiara la situazione per cui, dal punto di vista psicologico, non ritengo necessario muovere osservazioni particolari. Sicuramente non è una situazione facile da gestire e le auguro che possa evolversi nel migliore dei modi. Cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Nico--
Salve ,da 6 anni prendo 1\2 daparaox 20 ogni sera prima di andare a letto......negli mesi l ho sostituito con daparox in gocce .........
da qualche giorno improvvisamente mi e' comparso un tremolio strano ,attacchi di panico e tensione nervosa ..............
la prima domanda e' sapere se daparox gocce e' identico di quello in compresse nell effetto , o se puo' cambiare qualcosa , e infine non so come potrei capire se e' il daparox che mi da questi problemi o se semplicemente lo devo aumentare per farli andare via .....grazie
>Gentile Nico,
presumo che lei sia seguito dal suo medico curante, o da uno psichiatra. Le consiglio dunque di rivolgersi a lui avvisandolo di questi possibili effetti collaterali e per esporgli le sue domande. È importante che si rivolga a lui, evitando consigli farmacologici online. Le auguro buone cose, cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Florencia--
é difficile per me spiegare.
In passato ho sofferto d'ansia, ne son uscita vincitrice, senza psicoterapia o medicinali.
Mi dissi "è solo un momento... Passerà! Questi dolori, queste sensazioni, son solo frutto di un malessere psichico, niente di fisico... Passerà"
Così fu.
Oggi, a distanza di qualche anno, dopo un periodo alquanto stressante, non ancora finito, mi è ritornata quella strana sensazione di peso/bruciore al petto.
Ho paura di uscire di casa da sola, ma non perché abbia paura di sentirmi male o morire. Fortunatamente queste sensazioni, non le provo più.
Ho paura che mi venga un attacco di panico!
Di rivivere quello che ho vissuto qualche anno fa.
Io penso di farcela ancora una volta, ma chiedo parere.
Secondo voi è il caso che mi rivolga da uno psicoterapeuta?
L'unica cosa che mi da sollievo, è solo una tazzona fumante di camomilla.
>Gentile Florencia,
le consiglio sicuramente di rivolgersi ad uno psicoterapeuta, con l’obiettivo di cogliere il funzionamento soggettivo dei suoi sintomi ansiosi, per comprenderne le cause ed evitare di subirli passivamente, al fine di superarli. Soprattutto per chi ha già avuto almeno un attacco di panico è piuttosto ricorrente vivere episodi di timore relativo ad un possibile altro attacco. È una sorta di circolo vizioso che non fa altro che aumentare l’ansia. Ci contatti pure, cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Daniela--
Buonasera..io ti chiedi io sono antropofobia o sono sociofobia o entrambi? Perché mi chiamo daniela e ho 22 anni quando sono a casa nessuno persone mi sento tranquilla invece quando uscire o incontro le persone mi sento non sono tranquilla,molto timida,imbrazzata e timore con persone! Mi sento ansia e brivido e sudato e tremano mano! Ho paura qualcuno mi dice male o qualcosa! Vuol dire sono antropofobia o sociofobia o entrambi? Se si come curare? Grazie
>Gentile Daniela,
non è così importante che lei si identifichi con il nome di una patologia. Le consiglio invece di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che la possa aiutare a comprendere questi suoi fenomeni di malessere legati alla presenza/assenza di persone intorno a lei. Per il suo problema, che da quel che descrive sembra afferire alla categoria dei disturbi d’ansia, ci sono ottimi strumenti terapeutici. È necessario però compiere qualche colloquio preliminare al fine di raccogliere più dati sulla sua persona. Ci contatti pure, cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Dreamer--
Buona sera a tutti. Non avrei mai pensato di fare una cosa del genere, eppure, eccomi qui...Ho bisogno di aiuto perchè non riesco a pensare ad altro. Credo di essermi presa un bella sbandata per un ragazzo che forse non rivedrò mia più in vita mia e avrei bisogno del vostro aiuto per capire un po’ di cose. Cercherò di essere breve ma è inevitabile cominciare dal principio. Sono una ragazza di 21 anni e mi chiamo S., pochi giorni fa io e mia sorella c trovavamo a Londra per una vacanza... innamoratissima della città non avevo sicuramente in testa l’idea di trovare l’amore a 2000 km da casa... eppure, eccolo, nei pressi di Liverpool St. distrutte dalla stanchezza siamo in cerca di un ristorante che rispetti determinati canoni religiosi, decido di rivolgermi alla prima persona che vedo... alzo lo sguardo e mi imbatto in questo ragazzo, chiamiamolo B., il quale ci dice che anche lui stava cercando un posto simile in cui mangiare e se volevamo unirci a lui. Prese in contropiede decidiamo di accettare e ci avviamo con lui per le strade di Londra, è inevitabile chiacchierare e lui risulta subito molto simpatico. Mentre parliamo diventa ai miei occhi sempre più affascinante e intelligente. Mi accorgo che anche lui mi guarda con insistenza, fisso negli occhi... io un po’ imbarazzata cerco di deviare un po’ il suo sguardo, ma inevitabilmente eccoci di nuovo a fissarci... Dopo aver camminato per una mezz’oretta troviamo un posto decente e pranzare insieme diventa inevitabile.. tavolo per tre.. continuiamo a parlare e a guardarci, lui guarda me negli occhi, sempre... A un certo punto lui mi chiede l’e-mail, per restare in contatto, io sono titubante (cercando anche di non sembrare la ragazza che accetta inviti a pranzo da chiunque e sparge e-mail e num di telefono a destra e a manca)... Non ricordo come ma cambiamo discorso, e dopo un po’ lui mi chiede di scrivere la sua mail e di contattarlo il prima possibile, lo faccio. Finiamo di pranzare, passeggiamo ancora per un po’ e lui continua a venire con noi, mia sorella gli dice che se aveva da fare poteva anche andare... lui dice che ci voleva accompagnare alla stazione della metro, arrivati c separiamo... lui mi sembra quasi triste (ma forse ero io ad esserlo...). Passo l’ultima giornata a Londra con il cuore infranto per qst sconosciuto... il giorno dopo torno in Italia, e la prima cosa che faccio è accendere il computer e scrivergli una mail!! Lui risponde dopo una ventina di minuti... gentilissimo ma freddissimo, nn mi fa domande e nn cerca di tenermi lì, mi raccomanda in maniera quasi professionale di tenermi in contatto con lui, con un semplice “stay in touch”... io gli riscrivo dicendogli che mi aveva fatto piacere conoscerlo e lui dice era lo stesso anche per lui.. ma poi più NIENTE! Tutto questo è successo ieri, oggi nn si è fatto sentire e io nn faccio altro che pensare a lui... Sono un’idiota, ho frainteso la sua gentilezza per un interesse che mi sono solo immaginata... Premetto che io nn l’ho scelto perchè mi piacesse, all’inizio nn avrei mai immaginato mi potesse piacere, ma dopo poco ero già persa... c’era chimica, la sentivo e l’ha sentita anche mia sorella che era con noi... Volo troppo con la fantasia, e adesso tutto è finito, lui nn si fa sentire perchè non gli interesso! Ma non capisco perchè si sia comportato coì... solo gentilezza?? davvero solo gentilezza?? I suoi sguardi però me li sentivo addosso, sembrava volesse leggermi nel pensiero... Non so più cosa pensare, nè fare... aiutatemi per favore, ho il cuore che si accartoccia ad ogni battito... Dovrei anche cominciare a studiare ì, tra due settimane ho un esame importante, ma con questa cosa nn riesco a concentrarmi... aiutatemi a sbloccarmi.. per favore!! Cari saluti!
>Gentile Dreamer,
sicuramente non posso sapere cosa ci sia nella mente del ragazzo di cui parla; le motivazioni del suo comportamento possono essere molteplici e probabilmente lei ha riposto in lui una serie di aspettative e di fantasie molto intense. Magari così come è entrato velocemente nella sua vita allo stesso modo ne uscirà. Le capiteranno sicuramente altre occasioni. Cordiali saluti e buone cose,
Dott. Giovanni Castaldi
--Anna--
Buonasera, questa è la prima volta che mi rivolgo a qualcuno su internet per quanto riguarda i miei sentimenti, credo poco ai "rapporti virtuali", tuttavia stavolta ho pensato che ricevere un parere esterno mi sarebbe stato d'aiuto. Sono un'adolescente (17 anni), e in quanto tale ho diversi problemi dovuti alla mia giovane età forse, o alla mia grande capacità di cacciarmi in spiacevoli situazioni. Il mio problema è questo: sto perdendo la fiducia negli altri e, cosa peggiore, in me stessa. Non riesco a costruire un rapporto stabile con chi mi sta intorno, a volte per colpa mia, altre volte no. Non riesco ad avere una storia "stabile", adoro stare con il mio ragazzo (col quale sto insieme da 2 anni ormai), eppure l'anno scorso è entrata nella mia vita un'altra persona, che sebbene io mi sforzi, non riesco a fare uscire. Voglio bene a questa persona, non riesco ad allontanarmi da lui, ci ho provato, troppe volte. Ho sbagliato, sono stata con lui mentre ero fidanzata, ho ammesso le mie colpe davanti al mio ragazzo e tutto sembrava finalmente tornato alla normalità. Purtroppo dopo qualche mese è ritornato a farsi sentire l'altro ragazzo. E io amo il mio ragazzo, ma non riesco a fare questo dannato passo indietro. La situazione è abbastanza stressante. Ma sopportabile, se a questa non si aggiungessero altri fatti che mi distruggono psicologicamente. Da sempre credo nel valore dell'amicizia. Per me è sacra, deve esserci qualcuno pronto a sorreggerti nei momenti più bui e tristi, se ne ha bisogno. Fin da piccolissima ho coltivato un'amicizia, con una mia compagna. Ci siamo perse alle scuole medie, ma ritrovate al liceo. Da quattro anni siamo compagne e amiche. Almeno così credevo. Abbiamo avuti diversi battibecchi causati dal suo modo poco gentile di trattarmi. All'inizio di settembre abbiamo litigato, mi trattava molto male, e per una volta volevo che lei ammettesse le sue colpe. Non l'ha fatto, eppure ho deciso di passarci per l'ennesima volta sopra. Ci sono stata male per questa situazione, ci sto male, soprattutto perché dopo esserci passata sopra, dopo aver fatto l'ennesimo passo avanti verso di lei, scopro che il suo passatempo preferito è gettare fango sul mio nome, sulla mia persona. Gode nel vedermi stare male. E questa situazione mi distrugge. Ho bisogno di uscirne. Non mi servono parole del tipo "facile, cambia amicizie" perché siamo compagne, e tutto diventa difficile considerato che in questi 4 anni abbiamo tutti gli amici in comune, stiamo nella stessa classe e dobbiamo convivere 5 ore al giorno per 6 giorni alla settimana insieme. Probabilmente la sto annoiando con tutti questi piccoli problemi, solo che ho bisogno di sfogarmi, di essere capita. Ho bisogno di sapere che qualcuno c'è lì, pronto ad indirizzarmi. Ho bisogno di essere ascoltata.
>Gentile Anna,
stia tranquilla, non mi ha annoiato. Lei è molto giovane e sta attraversando un’età di profondi cambiamenti e di formazione individuale, in cui piano a piano si impara a dare il giusto peso alle cose. A volte gli amici, giovani anche loro, non sono consapevoli di certi comportamenti che possono arrecare danno agli altri. Allo stesso tempo, come lei dice, è possibile che questa sua amica si comporti male con lei in modo intenzionale, generando un conflitto dal quale forse ottiene un qualche vantaggio. Cerchi di trarre un insegnamento da questi avvenimenti della sua vita, senza farsi eccessivamente travolgere da essi. Le auguro buone cose, ci scriva ancora se vuole.
Dott. Giovanni Castaldi
--Alessia--
Posso ragionare con la mente di una donna. Non capisco il suo comportamento.
Il mio ragazzo mi ha lasciata due mesi fa...sembrava ci amassimo tanto..l'ultimo giorno che abbiamo passato insieme è stato stupendo e invece lui, avendo accumulato liti (solite liti di coppia), si è stancato e mi ha lasciata...
Si è cambiato il numero di telefono due volte x non sentirmi più, anzi x non farsi cercare xk gli telefonavo spesso x avere una spiegazione(è vero, le liti sono state molte però se abbiamo passato un giorno stupenso com è possibile che non mi ami più di punto in bianco?)...adesso andiamo in chiesa insieme e ci si vede sempre, però non riesco a capire xk non ha il coraggio di guardarmi, di parlarmi, e fugge x non salutarmi...non mi guarda negli occhi...(ho sempre pensato che se non si vuole più una persona la si affronta come una persona normale però non posso sapere cosa gli frulla x la mente, anche xk io sono una donna e lui è un uomo).
Una persona che x me è come un padre l'altra volta gli ha detto: "Xk non fai pace con lei?" e lui NON ha risposto di no, ha semplicemente detto:"X il momento voglio stare un pò tranquillo"..non capisco che significa tutto questo, lui sarà sicuramente consapevole che io lo amo..però xk non mi guarda negli occhi? Io cerco di assumere un comportamento indifferente, menefreghista! Sorrido con le mie amiche, faccio finta che anche se lui è lì a me non cambia nulla e sono felice, xk non voglio dargli nessuna soddisfazione!
Quando stavamo insieme, se x caso incontravamo la sua ex..lui la salutava come se niente fosse e mi diceva che se non si saluta il/la proprio/a ex significa che ancora in un certo senso lo si vuole e, visto che a lui, di lei non gliene fregava più niente doveva salutarla come se niente fosse... ora xk con me fugge e non mi saluta e ha detto quelle parole? Cosa posso farlo x farlo tornare da me? Ho ancora qualche speranza?
>Gentile Alessia,
purtroppo non ho una ricetta per fare tornare il suo ragazzo da lei, siccome tutto dipenderà dalle vostre reciproche scelte e dall’evoluzione dei vostri percorsi. Come spesso accade, le incertezze e il dolore di una separazione portano spesso ad agire dei comportamenti ambivalenti nei confronti dell’altra persona, quindi è probabile che così come lei si sta interrogando sulla vostra relazione, lo stesso stia facendo anche lui. Le auguro buone cose,
Dott. Giovanni Castaldi
--Luigi--
Accompagno.... la mia compagna (da 25 anni) io(58) ella (48)(6figli) ad una riunione scolastica che presiede come rappresentante d'istituto.All'entrata del cancelletto della scuola incontramo l'assessore del comune dei lavori pubblici.Mi presenta come marito, si mette a parlare con lui,si avviano all'entrata principale a circa 100 mt. come non esistessi piu'(mi sono sentito veramnte incazzato da dio).Il primo istinto era di darle unocalcio in culo e mandarla a fancul...non ho fatto nulla di tutto questo.Ora vi chiedo...come mi dovevo comportare x un'altra simile occasione e .... che segnale e' questo suo comportamento?
Grazzissime
>Gentile Luigi,
è probabile che la signora abbia semplicemente voluto muoversi agevolmente in un ambiente che forse considera come il “suo” ambiente. Da quello che scrive si evince una sua reazione di gelosia di fronte a questo comportamento, per cui le consiglio (se non l’ha già fatto) di parlarne innanzitutto con la sua signora. Purtroppo lei non ha integrato il suo testo con dettagli relativi alla vostra situazione di coppia, per cui mi risulta praticamente impossibile poter leggere in questo comportamento motivazioni addizionali all’evento in sé.
Ci scriva ancora se vuole, cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Sonia--
buongiorno,
mio figlio dopo un check npi e' stato sottoposto a due cicli di logopedia in quanto affetto da disturbo del linguaggio. ora ha quasi 6 anni e frequenta la prima elementare... parla quasi chiaramente ma e' abbastanza agitato.
a scuola l'innsegnante mi ha detto che dopo averlo ripreso l'ha guardata con un sorriso di sfida. ora ha preso una prima nota disciplinare. come devo agire? premetto che a scuola va volentieri... non vorrei demotivarlo.
attendo qualche consiglio e ringrazio
>Gentile Sonia,
non si preoccupi eccessivamente della nota disciplinare, non significa necessariamente che sarà un trend del comportamento scolastico di suo figlio. È probabile che il bambino, nonostante abbia risolto buona parte dei suoi problemi relativi al linguaggio, abbia ancora delle reazioni emotive alle quasi bisognerà saper rispondere adeguatamente. Può provare a far passare ancora un po’ di tempo, siccome per ogni bambino l’entrata nella scuola comporta delle novità che devono essere metabolizzate. Se questo problema si ripresenterà, allora consiglio di valutare l’ipotesi di un sostegno psicologico che potrà essergli d’aiuto. Nel nostro Centro siamo specializzati nell’utilizzo dell’Arteterapia, che rappresenta il nostro strumento terapeutico più utilizzato con i bambini. Si tratta di dialogare con il bambino attraverso il disegno e l’utilizzo di vari materiali, al fine di organizzare le sue emozioni in una forma percepibile e visibile per poi lavorare alla risoluzione delle problematiche. È una pratica che ha una sua riuscita clinica e che permette di andare oltre al linguaggio parlato, per cui è molto adatta per i bambini. Ci contatti pure, cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Aurica--
in poche parole sono straniera 5 ani fa ho portato mia filia qui da me x k nn avevo fiducia in nesuno x guardarlo,mano a mano mi sono sistemato kn lavoro casa un po kn tutto ,in mese di febraio questo ano ha deciso di andare a convivere kn suo fidanzato ,io sono rimasta malisimo da sola avevamo un amico che mi aiutava in momenti di dificolta era sempre a canto a me ,lo conoscevo da quazi 3 ani ,dopo 5 giorni k mia filiase ne andata via ho iniziato una relazione kn lui ,ho sentito una atrazione iresistibile poi la combatibilita 100/100,tutto normale stavamo benisimo insieme ,dopo 10 mesi e tornata acasa x k nn voleva stare piu li dicendo k nn li piaceva posto ,ho kiuso diciamo un po okii e ho provato di darli un po di konforto x poter superare la delusione ma nn era quelo ,lei voleva esere libera x fare cuela k voleva lei ,kn fidanzato si sentiva tropo chiusa ....cosi ha iniziato a fare capricii uno dietro a laltro .il mio ragazo e piu giovane di me 15 ani ,mi ha aiutato moralmente sempre il mio problema e stata la mia filia e lui nn mi ha mai lasato in dificolta ,adeso penso k tuto il mondo mi e crolato a dosso x k da cuando e tornata lei e cambiato nn e kmme era prima ,,io ho parlato kn lei i lo detto k celo una relazione kn lui ,nn e rimasta sodisfata,qualke giorno fa i lo kiesto a lui cosa sucede fra lui e lei ,lui mi ha detto k una notte mentre io dormivo lei i la kiesto da fare lamore kn lui,e lano fato da quel giorno mi sono kiuso dentro di me nn so kosa credere lei mi dice k giura k nn ha avuto niente kn lui ma io sto sofrendo x k nn so laverita ,datemi un consilio vi ringrazio di cuore.
>Gentile Aurica,
la situazione che si è creata nel suo nucleo famigliare è sicuramente difficile da sostenere, siccome convivono desideri di affetto e situazioni un po’ al limite. Il fatto che madre e figlia abbiano indirettamente condiviso lo stesso uomo (nonostante sia un uomo esterno alla famiglia) è un fatto che comporta troppe implicazioni. Penso che la cosa migliore per lei sia avvalersi di un supporto esterno (un consultorio, un servizio psicologico pubblico, o privato) in modo da poter ritrovare un equilibrio e un posto ai legami che si sono formati nella sua famiglia. La situazione potrebbe risolversi anche grazie alla partecipazione delle persone coinvolte al fine di mettere in chiaro le motivazioni, i desideri e le debolezze che hanno portato le parti ad agire determinati comportamenti. Ci scriva ancora se vuole, o ci contatti pure. Cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Arianna--
Ho un grosso problema e non so veramente con chi parlarne.
Sono stata operata di ernia al disco e quasi da subito ho avuto diverse complicazioni di dolore tali da portare il neurochirurgo ha valutare l'idea di un operazione di bloccaggio della schiena per problemi di usura ai dischi , ma al momento sto' ancora facendo accertamenti.
La domanda e' questa dal momento che mi sono completamente innamorata del medico che mi ha operata dal primo momento che l'ho visto (e io sono sposata da molti anni)mi chiedo se la mia non guarigione possa dipendere dal fatto che inconsciamente so che se guarisco non lo rivedro' piu'.
Ho sintomi di lombosciatalgia e febbricola tali da rendermi completamente invalidante,sono anche molto stanca di stare cosi' sono gia' dei mesi e provo a reagire ma ogni volta che faccio dei lavori sono sempre piu' distrutta.
Puo' tutto cio' derivare esclusivamente dalla testa?
Vi prego di darmi una risposta, il voler rendermi conto anche di questo e' sempre un modo per voler guarire.
Un ultima cosa non sono piu' una ragazzina e non e' un infatuazione dovuta al suo ruolo come puo' capitare ma sono propio innamorata di lui per cose che non sto qui a spiegare. Come posso fare ad uscire da questa situazione e a capire se la causa e' propio lui o se sono dolori fisici.Vi ringrazio in anticipo ,aspetto una risposta.Arianna.
>Gentile Arianna,
è possibile, come lei dice, che il permanere della sua situazione invalidante sia anche legato al vantaggio secondario di poter ancora vedere il medico di cui si dichiara innamorata. Questo però non significa che i suoi problemi fisici derivino esclusivamente da questa possibile dinamica (d’altra parte si sarà rivolta a lui proprio a causa dei suoi dolori, ed è anche stata operata, quindi i suoi problemi fisici sono una realtà separata dal medico). Non so se lei ha già pensato di provare a cambiare medico, così da escludere le implicazioni sentimentali, ed è anche molto probabile che non lo voglia fare proprio per il suo piacere nel vederlo. Sarebbe bene, però, tentare di separare i due aspetti, in modo da occuparsi dei suoi problemi fisici potendosi concentrare su di essi, e magari, se proprio pensa che sia quello che vuole, tentare di vedere il medico in qualche altro modo. Questo per il bene di entrambi. Il fatto che lei sia una donna sposata comporta tutta un’altra serie di questioni, sulla sua vita di coppia, che sarebbe più proficuo affrontare separatamente dai problemi legati all’ernia.
Può parlarne con uno psicologo, può esserle d’aiuto. Ci scriva ancora se vuole, o ci contatti pure, cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Deborah--
Cosa si può fare per ritrovare l'entusiasmo per la vita quando si ha l'impressione di essere un guscio vuoto? Sono sempre stata una persona ottimista e con centomila interessi ma ora, da qualche anno, non riesco neppure più a sorridere veramente, tutto quello che un tempo facevo e mi dava gioia adesso non mi interessa minimamente e non ho vere speranze per il futuro. Ho cominciato a dedicarmi alla meditazione, le visualizzazioni guidate mi sono utili per brevi periodi di tempo ma torna sempre questa forte apatia verso la vita, non riesco ad entrare in sintonia con nessuno e non ho voglia di partecipare a niente benché molti mi abbiano invitata a condividere i loro interessi. Cerco disperatamente di uscire da questa sorta di bolla che attutisce la vita intorno a me ma non riesco in nessun modo. Che fare?
Spero che qualcuno sia disponibile a darmi un consiglio, sarebbe senz'altro gradito. Per il momento, cordialmente saluto.
>Gentile Deborah,
la condizione che lei descrive è di tipo depressivo, ma sarebbe opportuno ricostruire una storia del suo malessere, ovvero non solo una (seppure fondamentale) descrizione del suo stato d’animo, ma anche una collocazione temporale e sociale del suo spazio di disagio. Ciò è sicuramente possibile rivolgendosi ad uno psicoterapeuta, che potrà aiutarla nel districarsi da una situazione che quasi sicuramente include diversi dettagli e vicende, la comprensione dei quali la aiuterà ad individuare la via giusta per attraversare i suoi problemi. Ci contatti pure, o si rivolga ad uno psicoterapeuta nella sua zona, è il migliore consiglio che posso darle, oltre alla fiducia nel fatto che le sarà sicuramente d’aiuto. Cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Marta--
Buonasera,
ho un problema in famiglia e per me è una situazione difficile da gestire da sola.
Riguarda un amico di famiglia, so delle cose molte delicate di questa persona.
Le piccole cose che sapevo le ho dette ai miei ma non mi hanno creduto, adesso tutto è più grande di me la situazione è più grave quindi ho scritto una lettera per dire tutto ai miei, visto che con le parole con concluso niente l'ultima volta.
Io questa sera mi rivolgo a lei perchè sono in piena crisi, se consegno quella lettera delle persone soffriranno, non so se i miei mi crederanno e poi succederà un casino. se non la consegno e un giorno succederà qualcosa mi sentirò in colpa di non aver detto nulla.
Cosa faccio? quale comportamento devo assumere? Dico tutto ai miei oppure no?
consegno la lettera ai miei o la strappo?
Lo so tante domande ma spero che lei mi possa aiutare.
Grazie mille.
>Gentile Marta,
posso comprendere il suo stato di agitazione e di indecisione; si percepisce che si tratta di una situazione delicata, ma purtroppo lei non ha scritto nulla in merito all’oggetto di queste sue conoscenze, le “cose” cui lei accenna.
Così come posso capire il suo stato d’animo, allo stesso tempo la mancanza di informazioni mi rende impossibile poterle dare un consiglio. Ci scriva ancora con maggiori dettagli, l’importante è che lei non scriva nomi o particolari che permettano l’identificazione univoca dei soggetti in causa, ma che riesca a spiegarci per quanto possibile l’oggetto del suo problema (le ricordo che l’indirizzo email di chi pone domande in questo sito non verrà mai reso noto in alcun caso e che la redazione del sito è molto attenta nel non pubblicare contenuti potenzialmente dannosi à policy. Questo è un servizio che ha lo scopo di aiutare chi si trova in uno stato di sofferenza psicologica, e di aiutare coloro che leggono, per cui non pubblichiamo informazioni che non riguardino l’obiettivo della comunicazione), nel frattempo le auguro buone cose,
Dott. Giovanni Castaldi
--Paola--
HO UN BAMBINO CHE STA FREQUENTANDO LA PRIMA MEDIA E NONOSTANTE GLI SFORZI NON RIESCO ALL'ORALE AD ORGANIZZARE L'ESPOSIZIONE DI UN ARGOMENTO IN MODO CORRETTO, LOGICO E CONSEQUENZIALE. STO CERCANDO DI AIUTARLO E GLI FACCIO RIPETERE A VOCE ALTA LA LEZIONE MA I RISULTATI FINO AD ORA SONO SCARSI. NON RIESCE A MEMORIZZARE PAROLE NUOVE (TECNICHE E NON) E SOPRATTUTTO L'ESPOSIZONE E' CONFUSA. SPESSO PER CAPIRE SE LE DIFFICOLTà DERIVANO DA UN AMANCATA COMPRENSIONE DEL TESTO CERCO IO DI SPIEGARGLI L'ARGOMENTO MA IL RISULTATO E' VERAMENTE MODESTO. LA CONSEGUENZA E' CHE NELLE MATERIE ORALI, INDIPENDENTEMENTE DALLA DISCIPLINA, E' CARENTE.
COME POSSO AIURARLO AD ACQUISIRE PROPRIETA' DI LINGUAGGIO? CI SONO ESERCIZI O METODI SPECIFICI CHE POSSO FARGLI SEGUIRE?
>Gentile Paola,
mi incuriosisce un suo possibile lapsus: “[…] non riesco all’orale ad organizzare l’esposizione…..”, quasi parlasse di lei e non di suo figlio. Magari sbaglio, è giusto una nota che potrebbe anche derivare da un suo banalissimo errore di scrittura.
Come spesso chiedo in questi casi, sarebbe utile avere un quadro di pareri eterogeneo, per esempio sapendo cosa dicono gli insegnanti di suo figlio e come viene giudicato il suo rendimento dall’istituzione scolastica, oppure se suo figlio ha cominciato ad avere questi problemi a partire da un momento preciso, ecc. Bisogna poter acquisire un quadro generale per poterle dare un suggerimento concreto in merito ai possibili percorsi da intraprendere.
Ci scriva con maggiori dettagli, o ci contatti telefonicamente per incominciare a discutere il suo caso e comprendere la situazione restringendo i tempi.
Cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Aurora--
genetile dottore o dottoressa
sn qui facendogli questa domanda perchè molte volte mi sento davvero triste ed amareggiata poichè spesso nello specchio mi vedo brutta anche se tutti mi dicono che sono una bella ragazza, ma il punto è che io ci sto male per davvero;ho delle fisse del tipo: che col passar del tempo lamentandomi divento x davvero brutta ma io x il momento già mi vedo così non so' se è vero ho è soltanto una mia fissa cioè forse gurdandomi smp nello specchio quest'ultimo riflette il mio stato d'animo e non i miei tratti somatici io nn lo so se sn pazza anche perchè tutti mi fanno smp i complimenti ma e piu forte di me
mi guardo smp allo specchio ogni vetro e specchio che ci sia attorno a me riflette la mia immaggine (per trovare uno specchio dove mi vedo più bella) ; non mi vedo uguale in ogni specchio, dipende anke dalla luce qnd mi vedo diversa non so se sn paranoie nn so nnt so solo ke io nn sto bn nemmeno avvolte con la socieà perchè qnd uno si sente così si kiude in se stessa ed anche con i ragazzi e lo stesso .
Spero che potreti darmi qualche risposta vi ringrazio in anticipo
Distinti Saluti :)
>Gentile Aurora,
è evidente che lei si vede così come si sente, per cui se si sente “brutta” si vedrà brutta, e via dicendo. Ma di questo mi pare se ne sia già resa conto. Sembra quasi che lei cerchi “qualcuno” negli specchi e non solo conferme o disconferme della sua figura. Ma purtroppo lo specchio, in quanto specchio, “risponderà” sempre ciò che lei vuole come risposta. Cerchi il dialogo con qualcuno, così come ha fatto con noi in questo momento, e vedrà che non è l’unica ad avere dei dubbi o problemi sulla sua immagine e sulla sua autostima. Se ritiene che questi comportamenti la stiano “chiudendo” eccessivamente anche nei confronti delle altre persone, le consiglio di contattare uno/a psicoterapeuta in modo da affrontare questo suo problema in maniera più strutturata. Scoprirà che magari il suo problema - contrariamente alle sue percezioni - non è grande come lei pensa e che può essere risolto in breve tempo. Oppure, per esempio, potrà scoprire che il problema risiede in altre considerazioni e in altri meccanismi, e potrà trovare il giusto punto di vista da cui affrontare tutta la questione.
Ci scriva ancora se vuole, cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Cristiana--
Gentili dottori , mi rivolgo a voi per cercare un aiuto e cercare la frustazione che vivo. sono una ragazza di 18 anni , quando avevo 7 anni io e mia madre abbiampo affrontato una violenta separazione da mio padre che non c'è mai stato per me , vivo con mia madre nella casa della nonna materna la quale ogni giorno con frasi vittimistiche o tentare ti infilarci le dita negli occhi mentre urla ci dice soprattutto con me che passo più tempo con lei , che le diamo fastidio e che nn ci ha mai voluto . il tutto è alternato da momenti in qui lei (nonna )si comporta come un agnellino ... ho forti risentiment verso di lei per quello che dice e come ci tratta . facendo il punto della situazione , da circa un anno non riesco a controllare l'aggressività durante le liti , in me si attua un meccanismo per difendere mia madre in modo folle perchè non sopporto vederla indifesa e finisco con avere crisi isteriche urla e pianti e mi sento sempre più impotente dato che perdo la voce e non riesco a stare in piedi . in tutto mio padre sta cercando di riavvicinarsi a me ma come conoscente non come padre e molto spesso mi dice che se tornerebbe indietro non farebbe figli il che mi uccide. non sopporto il contatto fisico soprattutto se si tratta di spintoni o altro anche se a titolo giocoso mi fanno morire dalla rabbia mi sento vulnerabile e scappo via piangendo. alla fine c'è il mio fidanzato sto con lui da tre anni ... ha un legame molto forte con una ragazza lui lo considera amichevole ma lei fa di tutto per porre questo rapporto sul sentimentale sessuale il che non fa che amentare la mia frustrazione . non sopporto più nessuno sono insofferente e se prima espansiva e affettuova ora sono chiusa in mè stessa e diffidente con tutti e per difendermi divento arrgante. e ora il rapporto con mio fidanzato a volte lo cerco in modo paterno e per questo sono ostile al sesso .
sto male e non sò più cosa fare mia madre vede che sto male e mi dice con tono sfottente di andarmi a fare curare ma non possiamo permetterci una spesa di consulenza psicologica. sono arrivata al punto massimo di esasperazione mi nascondo per piangere , attacco le persone come farebbe un orso e poi scappo via ... le uniche cose che riesco a fare sono studiare e prendermi cura del mio cane e del mio coniglio .... tral'altro mia madre per cercare di farmi star tranquilla mi ha trasferito in taverna dove è un piccolo appartamento e sono sola x non agitarmi ...mi sento un animale in cattività che non sa più chi è
vorrei solo avere una linea guida da seguire per stare anche solo un filino meglio o almeno non arrivare a punti di autodistruzione che ho raggiunto in passato (anoressia e bulimia nati nel cercare l'approvazione dai miei genitori)
mi scuso se il testo è confuso o presenta errori di grammatica.
vi ringrazio anticipatamente per avermi concesso attenzione
>Gentile Cristiana,
probabilmente lei ha bisogno di coltivarsi uno spazio al di fuori delle turbolente vicende che attraversano la sua famiglia, in modo da poter partecipare alla sua vita famigliare con il supporto di una rete e di uno sguardo esterni. Questo è possibile attraverso le amicizie, attraverso altri legami di parentela, attraverso la condivisione di attività in qualche organizzazione e anche attraverso un supporto di tipo psicologico che le può sicuramente essere utile in questo momento difficile. Per quanto riguarda l'aspetto economico può sempre rivolgersi al servizio pubblico, che offre diversi programmi di sostegno a costi molto contenuti. Provi a muoversi in una di queste direzioni. Ci scriva ancora se vuole, o ci contatti pure. Cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Tina--
Salve, volevo sapere una cosa...io sono una donna di 55 anni, e sono 17 anni, da quando è nata l'ultima mia figlia, che quando mi sforzo o mi agito oppure parlo velocemente, mi viene un dolore forte al petto, come un bruciore, mi fanno male le gambe e quando mi succede devo fermarmi e aspettare che passi...da cosa può dipendere? può essere un fattore psicologico? oppure, è un fattore fisico? mi piacerebbe sapere, un'altra cosa se possibile...tante volte, mi succede che quando mi sottopongono delle domande improvvise o un concetto che richiede attenzione, oppure quando leggo dei libbri, faccio fatica a comprendere e mi sento nel panico e fuori dal mondo...e non so come mai...sapreste dirmi il perchè? e come posso risolvere questo problema? in attesa di una vostra risposta vi ringrazio dell'attenzione!
>Gentile Tina,
il suo potrebbe essere un disturbo legato ad una condizione di ansia emergente in quelle situazioni in cui è richiesta una certa prestazione. Sarebbe anche utile comprendere perché questo problema si sia presentato dopo la nascita della sua ultima figlia, la qual cosa potrebbe permettere di fare delle ipotesi sul funzionamento dei suoi disturbi.
Come consiglio sempre, è bene fare degli esami medici per escludere comunque una possibile causa organica delle sue manifestazioni somatiche. In questi diciassette anni non ha mai fatto alcun esame?
In ogni caso, viste anche le molteplici sfaccettature con le quali il suo problema si presenta, per poterle dare risposte consistenti sono necessari uno o più colloqui approfonditi. Ci contatti pure se vuole, cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Charles--
Credo di essere portatore della sindrome di Asperger. Uno psichiatra mi ha confermato in sostanza questa ipotesi, ma mi ha anche detto francamente di non sentirsi sufficientemente qualificato, e mi ha indirizzato ad altro professionista, presso il quale dovrò sostenere una visita prossimamente.
Ho una vita abbastanza normale, ma tutto mi è costato fortissimi sacrifici. Lavoro, sono sposato, ho un figlio ormai grande e autonomo, ho un'intelligenza a detta di tutti molto superiore alla media (indirizzata soprattutto al linguaggio ed alla matematica), ma per altri versi vengo definito un imbecille, goffo e tonto.
I miei eterni problemi sono l'accettazione sociale (ma di questa posso anche fare in gran parte a meno, ormai...) e la sopraffazione della mia coscienza da parte delle emozioni, che autocontrollo a prezzo di uno stress enorme. Ho avuto grossi problemi Universitari a causa dell'insostenibile stress emotivo degli esami (anche se quelli che ho sostenuto sono andati ottimamente), fino all'abbandono, anche se poi ho avuto un riconoscimento honoris causa. Non soffro di "attacchi di panico" ma di annullamento delle forze e abbandono delle capacità intellettive. Con un severo autocontrollo riesco a tenere a bada i cavalli, ma sto invecchiando e soffro di alcune patologie collaterali che mi rendono la vita ancor più difficile.
A parte i farmaci, che non assumo a causa del cosiddetto "effetto paradosso", che con psicofarmaci in me pare appunto essere la norma, cosa potrei fare per alleggerirmi di tanto stress?
(Non suggeritemi Ve ne prego di andare in pensione giacché non posso, o di andare in vacanza, perché le novità mi danno ancora più stress, il quale aumenterebbe poi ancor più alla fine delle vacanze stesse!...)
Grazie
Charles
>Gentile Charles,
la prima cosa che mi viene da chiederle è se abbia mai tentato un approccio psicoterapeutico oltre ad un intervento psichiatrico, se abbia tentato di curarsi proprio attraverso il linguaggio, nel quale lei riconosce di trovarsi più a suo agio.
Forse, ma è solo uno spunto, già lo scrivere e l’indirizzarci queste righe ha sortito in lei un qualche effetto di senso che forse (forse) l’ha fatta sentire un po’ più tranquillo.
Più che individuare l’esistenza di sindromi (glielo dico anche alla luce della sua non giovanissima età), potrebbe esserle utile affrontare un percorso di analisi così da consolidare quelle forze che lei, essendosi costruito una vita, ha già dimostrato di possedere.
Ci contatti pure, ritengo possa esserle utile un colloquio conoscitivo.
Cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Marco--
non riesco più a parlare quando sono con gli amici .. che succede? ho 20anni prima non ero così "timido" anzi ero addirittura sfacciato
>Gentile Marco,
purtroppo senza qualche dettaglio in più mi è impossibile poterle fornire un parere. Se vuole ci scriva di nuovo aggiungendo dei particolari, per esempio provando a parlare del periodo in cui lei ritiene di essere passato da “sfacciato” a “timido”, da un’estremità all’altra. È successo qualcosa in particolare?
Cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi
--Anna--
Salve, vorrei sapere una cosa...tutti mi dicono che sono bella...ma io non mi sento così! e secondo me è un fattore psicologico che proviene dalla mia infanzia. Mi piacerebbe sapere come contrastare questo mio pensiero! grazie mille della vostra attenzione.
>Gentile Anna,
lei sente che è qualcosa che “proviene dalla sua infanzia” in generale, oppure ha chiaro qualche episodio e delle dinamiche precise che l’hanno portata ad avere oggi questo tipo di autovalutazione?
Rimane il fatto che lei attribuisce questa sua sensazione a qualcosa di avvenuto nel passato, per cui se ciò le provoca un forte disagio può sicuramente esserle utile approfondire la questione al fine di comprendere meglio alcuni meccanismi, emozioni e vicende, così da poter accogliere più liberamente il suo presente. Ci contatti pure,
cordiali saluti,
Dott. Giovanni Castaldi